Accueil    Thématiques    Spiritualité mariale    Auteurs

Deus absconditus,  anno 78, n. 4, Ottobre-Dicembre 1987, pp. 28-30

 

P. Abate Dom René Joubert osb

Maria è la nostra guida all’Eucaristia

 

Non so se il Santo Padre conosca la dottrina spirituale di Madre Mectilde de Bar [1].

Mi sembra tuttavia che nella recente enciclica «Redemptoris Mater» egli si situi in una prospettiva simile a quella di M. Mectilde quando parla del legame profondo che esiste tra la devozione alla SS. Vergine e il culto della SS.ma Eucaristia. Maria è la nostra guida all’Eucaristia.

M. Mectilde dice infatti:

Voi non dovreste mai comunicarvi senza rivolgervi alla SS.ma Vergine, chiedendole di preparare il vostro cuore in modo degno per ricevere suo Figlio».

È quanto dice la Chiesa nella colletta del giorno della Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria SS.ma (8 dicembre).

La Madonna ci aiuta infatti a penetrare sempre più nel «Mistero della fede», che è l’Eucaristia.

In quest’anno mariano la grazia più grande che possiamo ottenere per intercessione della Madonna è proprio quella di una fede viva e vera nel SS. Sacrificio del Corpo e del Sangue del suo Figlio Gesù, nostro Redentore.

Maria SS.ma, Madre del Redentore; Maria, Madre del Corpo del Redentore, Madre della Chiesa; Maria, Madre del Sacramento del Redentore, del suo Corpo e suo Sangue; Maria, Madre dell’Eucaristia. Nostra Signora dell’Eucaristia, prega per noi! Sì. La Madonna preghi per noi e ci ottenga la grazia di veramente credere a tutto ciò che ci ha detto il Signore la sera del Giovedì Santo.

Maria SS.ma rimane per la Chiesa un perenne modello. La felicità e la grandezza di Maria vanno di pari passo con la profondità della sua fede.

Per Maria il Signore ha compiuto meraviglie: ne ha fatto la Madre del Suo Figlio. E così Maria è per sempre associata al mistero dell’Incarnazione. Tramite Maria il Signore ha compiuto meraviglie: la maternità divina ha dato al mondo il Salvatore. Maria quindi è per sempre associata al mistero della Redenzione. È associata al mistero della Redenzione: con la sua presenza alla nascita di Gesù, e alla di Lui morte: Vicino alla Croce di Gesù stava sua Madre (Gv 19,25).

E dato che l’Eucaristia è un legame col mistero dell’Incarnazione («Questo è il mio Corpo, Questo è il mio Sangue») e con il mistero della Redenzione («È il mio Corpo dato per voi», «È il mio Sangue sparso per voi»), Maria è un legame con l’Eucaristia. «Ave verum Corpus natum de Maria Virgine». Maria è il cammino che conduce all’Eucaristia.

La Madonna conduce all’Eucaristia quanti imitano la sua umiltà e la sua obbedienza, che sono le virtù principali che devono caratterizzare i figli di San Benedetto [2]. S. Benedetto non conosce altra via che quella del Vangelo. La sua spiritualità è veramente cristocentrica.

Non desta per niente sorpresa ch’egli nella sua Regola non parli della Vergine Santissima (come del resto in nessuna altra Regola monastica se ne parla). Infatti Maria si nasconde davanti a Gesù, come il sacerdote deve nascondersi davanti a Gesù. Più di nessun altro Maria ha potuto dire in tutta verità: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me». «O Jesu vivens in Maria!».

Non si può separare la spiritualità di M. Mectilde da quel suo gran secolo francese. È interessante quanto si chiede Mons. Francesco Pranzi  [3] e cioè se Montfort sia tributario della sua dottrina mariana alla stessa M. Mectilde. Fu in quel secolo che Olier ha definito la Madonna «Virgo Sacerdos». No. Maria non è stata sacerdote, mentre sarebbe stata l’unica donna che avrebbe potuto esserlo! Ella si è accontentata di essere la serva del Signore!

È Maria che ci guida all’Eucaristia dicendoci: «Questi è il mio Figlio diletto: ascoltatelo!». E Gesù dice il vero quando dice: «Questo è il mio Corpo; questo è il mio Sangue!».

La spiritualità benedettina è una spiritualità d’ascolto. Il monaco, per tutta la vita, è un discepolo. La bellezza della vita monastica risiede proprio nel fatto che l’«Opus Dei» ci mantiene nell’atteggiamento di un ascolto perpetuo della voce di Dio che ci parla nei salmi. Per ascoltare bisogna accogliere, e colui che accoglie si offre all’altro.

«Suscipe me... Domine» Dio ci accoglie se noi accogliamo Lui stesso, totalmente: nella Sua Parola, nel Suo Corpo, nel Suo Sangue.

La spiritualità benedettina deve condurci ad una spiritualità d’offerta, ad un avvicinamento al Mistero eucaristico.

Ad ogni Messa la Chiesa prende il Pane di Vita sulla tavola della Parola di Dio e su quella del Corpo di Cristo per offrirlo ai fedeli.

Ad ogni Messa noi comunichiamo al Cristo morto e risuscitato. Ogni Messa ci richiama la nostra risurrezione: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6,54).

 



[1] Cf. Testo di M. Mectilde de Bar su «il cristiano, religioso della religione di Gesù Cristo», citato da Mons. Francesco Franzi, in Maria SS.ma «unica e perpetua Abbadessa» delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento: «II cristiano è un religioso della religione di Gesù Cristo il suo Modello, il Battesimo, la Sua Professione. I voti che egli fa sono di aderire a Gesù Cristo e alla sua dottrina, di imitare tutta la sua vita e di consacrare a Lui tutto il proprio cuore, senza riserve. E il Tempio in cui compie questa consacrazione è Gesù Cristo, il vero Tempio della Divinità, dove noi siamo accolti, incorporati e santificati per mezzo del Battesimo». Riportato in «Deus Absconditus - Atti del Convegno monastico-eucaristico», Ronco di Ghiffa, 1981, nn. 5-6, p. 136.

[2] M. Mectilde si mostra molto benedettina quando dichiara che vale di più imitare la fede, l’umiltà e l’obbedienza di Maria che recitare molte preghiere: «Onoriamo la Madre di Dio... praticando qualcuna delle sue virtù. Noi le diamo più gloria praticando il suo esempio, che recitando molte preghiere».

Cf. Mons. F. Franzi, nel testo sopra citato.

[3] Se si eliminano le espressioni che risentono troppo del suo tempo, non si può non ammirare la consonanza del pensiero di M. Mectilde con la dottrina esposta dal Concilio Vaticano II in questo testo, riportato dallo stesso Mons. F. Franzi nel succitato articolo: «La SS. Vergine ha le medesime inclinazioni del suo caro Figlio. Egli non è venuto sulla terra che per i peccatori, non ha cercato che la gloria del Padre e non è vissuto che per farlo conoscere e onorare e per compiere la nostra salvezza. Così anche la SS. Vergine, che ha partecipato più di chiunque alle disposizioni di Gesù Cristo. Essendo entrata nei disegni di Dio dal momento della sua Immacolata Concezione, per tutto il tempo della sua santissima vita non ha cercato che la gloria di Dio e la salvezza degli uomini. Ella ha avuto sempre un perfetto rapporto con il suo Figlio. Ha condiviso le sue sofferenze sulla Croce... fu il sostegno della Chiesa nascente... istruiva in particolare gli Apostoli sui misteri del suo Figlio».

«Attualmente, in Cielo, Ella non ha diminuito il suo zelo per la salvezza dei peccatori. Ha sem-pre il medesimo desiderio di salvarli, e ancora, maggior potere per aiutarli. Per capirlo, basta dire che è ‘Madre di Dio’... Per mezzo di Lei tutte le grazie che Dio ci fa vengono distribuite: Ella ne è il cana-le... conosce tutti i nostri bisogni... vede tutto in Dio. Il suo potere, il suo prestigio, la sua bontà, come la sua compassione per i peccatori, vanno al di là di ciò che possiamo pensare».