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Deus absconditus, anno 96, n. 4, ottobre-dicembre 2005, pp. 15-25
Sr. Marie-Cécile Minin osb ap *
Le Costituzioni del 1705, fattore di unità e di fedeltà al carisma mectildiano
L’Istituto delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento è stato fondato nel 1653 da madre Mectilde del SS. Sacramento, Catherine de Bar (1614-1698). Le Costituzioni sulla Regola, approvate nel 1668 al momento dell’erezione della Congregazione delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento, ottengono una nuova approvazione dalla Santa Sede dopo la loro rielaborazione, nel 1705. Infatti, a partire dalla promulgazione della Bolla di Innocenzo XII che pone nuovamente i monasteri sotto la giurisdizione episcopale, la Congregazione delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento cessa di esistere ma i monasteri mantengono tra loro un legame spirituale che supera i secoli e le vicissitudini dei tempi. Riviste nuovamente nel 1928, dopo la promulgazione del Codice del 1917, queste Costituzioni sono la base delle Dichiarazioni sulla Regola proprie di ciascuna delle federazioni che attualmente uniscono i monasteri in seno alla Confederazione delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento.
Tre tappe scandiscono questa storia. La prima copre gli anni 1653-1696 con la fondazione dei primi monasteri riuniti nella Congregazione delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento. La seconda va dal 1696 al 1956 con l’espansione dell’Istituto in Europa. Infine, la terza, a partire dal 1956, è legata all’erezione della Confederazione delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento.
I. La Congregazione delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento dal 1653 al 1696
Dopo aver fondato un monastero a Parigi nel 1653, trasferito in rue Cassette nel 1659, madre Mectilde confida alle sue monache nel 1660: “Ah! Quanto sarebbe necessario – come dico spesso – che si fondassero delle case in tutto il mondo che riparino per noi...!” [1]. Nel 1659 viene iniziata la fondazione di un monastero a Saint-Dié e registrata nel 1660. L’opposizione violenta dei Canonici del Capitolo di Santa Croce costringe madre Mectilde a rinunciarvi dopo quattro anni di sforzi.
Fin da quell’epoca madre Mectilde riflette sul mezzo migliore per mantenere l’adorazione perpetua nell’Istituto e lo individua nella fondazione di altri monasteri e nella loro unione in una Congregazione. A partire dal 1662 prende corpo l’idea di unire i futuri monasteri in una Congregazione. Nel 1663 parecchi vescovi (di Arles, Grenoble, Rennes, Auch) manifestano il desiderio di una presenza delle monache di madre Mectilde nella loro diocesi. In mancanza di soggetti sufficienti, madre Mectilde non può darvi corso, tanto più che nello stesso anno i Superiori dei Benedettini di Saint-Vanne e Hydulphe le chiedono di impiantare la riforma all’abbazia di Sainte-Glossinde a Metz, aggregandola alla Congregazione, ma madre Mectilde dopo parecchi anni di fatica non darà corso al progetto [2].
In questo periodo la redazione delle Costituzioni procede bene. Il 15 dicembre 1666 madre Mectilde scrive alle monache di Rambervillers, che sono state da poco aggregate all’Istituto: “Io non voglio e non cerco se non il bene generale e particolare di tutto l’Istituto. Non faccio nulla senza il consiglio di persone illuminate e sperimentate in tali affari. Si deve tenere ancora un’assemblea il 16 o il 17 del mese prossimo, di dodici o quindici sapienti dottori, persone di elevata pietà, per avere il loro parere e la loro approvazione. Il reverendo padre generale, coi definitori e visitatori della congregazione di Saint-Maur e i padri priori di Saint-Germain e di Saint-Denis faranno parte dell’assemblea e hanno desiderato che si tenesse nella loro abbazia, dando prova di grande zelo per quest’opera e di affetto nell’esserci utili” [3].
Sono stati redatti due tipi di Costituzioni. Da un lato le Constitutions des Religieuses Bénédictines de l’Institut de l’Adoration perpétuelle du très Saint Sacrement de l’Autel [4], dall’altro le Constitutions sur la conduite du Régime de la Congrégation des Filles bénédictines du Très Saint-Sacrement [5], che consentono di scoprire il funzionamento ordinario e straordinario di questa Congregazione. I monasteri sono esenti dalla giurisdizione episcopale e sono «governati sotto l’autorità del Papa da tre Superiori maggiori» [6].
La Congregazione si è dotata di una Madre Superiora, di Assistenti, di un Padre visitatore e di una segretaria. Ogni anno ha luogo un Capitolo o riunione del Consiglio. Ogni tre anni si tiene il Capitolo generale.
L’approvazione delle Costituzioni della Congregazione viene concessa il 29 maggio 1668. La Bolla del Cardinale de Vendôme precisa: «La priora e le religiose del quartiere Saint-Germain, dopo essersi prima di tutto accordate con le priore e le religiose dei due nuovi monasteri sulle modalità di governo del nuovo Istituto, dopo il consiglio di uomini eminenti per la loro pietà, il sapere e l’esperienza, hanno proposto, con il benestare della Santa Sede apostolica, di erigere una congregazione perpetua e indissolubile. I tre monasteri già fondati, e quelli che devono essere fondati o aggregati in seguito, saranno sottomessi ad una sola e medesima direzione, a una sola e medesima autorità. La superiora generale della congregazione succitata sarà la superiora del primo suddetto monastero. Detta congregazione sarà esente da ogni giurisdizione degli ordinari e sarà governata, nel dominio spirituale e in quello temporale, da tre superiori maggiori nominati dal sommo Pontefice o dai suoi nunzi residenti in Francia, e da un visitatore designato, su indicazione delle religiose, dai succitati superiori[...] E noi, accogliendo le suppliche che ci sono state fatte, in virtù dell’autorità e del potere a noi concesso da Sua Santità, approviamo e confermiamo la congregazione perpetua e indissolubile dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento sotto la regola primitiva di san Benedetto, e autorizziamo l’unione dei tre monasteri già fondati e di quelli che in seguito saranno fondati o aggregati all’Istituto. La superiora generale sarà la superiora del primo monastero di Parigi...» [7].
Secondo i termini della bolla, la Priora del primo monastero di Parigi è quindi Superiora generale della Congregazione e il monastero di rue Cassette ne è la casa-madre. Ora, le Constitutions sur le Régime dispongono le cose diversamente. La Madre Superiora deve essere una monaca dell’Istituto, non Priora, in possesso delle condizioni richieste per essere eletta ogni tre anni. Non deve portare né il titolo di abbadessa né quello di generale. Il suo monastero di residenza può essere, ma solo per comodità, quello di Parigi [8].
Poiché questo Superiorato generale della Congregazione è stato attribuito al monastero di Parigi contrariamente a quanto indicato dal testo delle Costituzioni, madre Mectilde avverte le Priore e le religiose di Toul e di Rambervillers scrivendo quanto segue: «In quanto dalla detta bolla viene attribuito a questo primo monastero di Parigi o alla sua Priora, la qualità di capo della congregazione, noi dichiariamo unanimemente che questa alternativa è stata contemplata nella bolla a nostra insaputa e contro la nostra intenzione, che non è mai stata quella di attribuire a questo monastero di Parigi la qualità di capo né altro che porti un titolo di superiorità, a scapito degli altri che sono ora o che saranno in futuro uniti o aggregati a questa congregazione; e che vogliamo e intendiamo che, conformemente ai nostri statuti e costituzioni, confermati dal signor Cardinale Legato, la suddetta qualità di capo appartenga unicamente all’augusta Madre di Nostro Signore Gesù Cristo e a colei che, come sua luogotenente, sarà eletta ogni tre anni come superiora della congregazione suddetta» [9].
A partire dal 1673 madre Mectilde lavora di nuovo alle Costituzioni sulla Regola con dom Epiphane Louys. Ultimate nel 1675, vengono approvate dalla Bolla Militantis Ecclesiae del 10 dicembre 1676. Papa Innocenzo XI conferma l’atto del Cardinale de Vendôme e erige in Congregazione i monasteri di Parigi, Toul, Rambervillers e Nancy. Così si legge nella Bolla:
«Noi... approviamo e confermiamo d’autorità apostolica con la presente il suddetto Istituto, sotto la denominazione dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento e dispensiamo e svincoliamo totalmente e interamente in perpetuo il suddetto monastero e gli altri tre già fondati [...] e tutti gli altri che forse lo saranno in avvenire per la benedizione del Signore, e le Priore che si succederanno [...] da tutto e da qualsivoglia giurisdizione, visita, correzione, riforma, sottomissione, obbedienza, superiorità e autorità sia spirituale che temporale dei primati, arcivescovi e qualsivoglia ordinari, o degli Officiali o Vicari generali nello spirituale di alcuno tra essi, come pure dei rettori e generali di ogni Ordine, salvo tuttavia sempre la giurisdizione degli stessi ordinari nei casi previsti dai Decreti del Concilio di Trento, che essi possono esercitare sui loro monasteri benché esenti e principalmente per quanto concerne la clausura regolare. Noi li accogliamo sotto la protezione e conservazione inviolabile di san Pietro e della Santa Sede apostolica, sotto la Nostra e quella del Romano Pontefice che sarà nel tempo e li sottomettiamo e assoggettiamo alla correzione, obbedienza, superiorità e totale giurisdizione riguardante l’aspetto spirituale e alla cura e al regime e al governo e amministrazione temporale di tre persone costituite nella dignità ecclesiastica [...]» [10].
In questa Bolla non si parla più del monastero di Parigi come capo della congregazione e i monasteri, beneficiando dell’esenzione devono conformarsi ai Decreti del Concilio di Trento nei casi specifici tra cui la clausura. Le nuove Costituzioni vengono stampate nel 1677.
All’inizio dell’anno 1676, si profila all’orizzonte una fondazione a Commercy che però non si realizzerà, mentre nel 1677 viene avviata quella del monastero di Rouen. Madre Mectilde continua a fondare: a Parigi nel 1684, a Châtillon sur Loing nel 1687, poi in Polonia nel 1688, infine a Dreux nel 1695. Nuove richieste di riforma giungono da parte di Notre Dame de Liesse, a Parigi, nel 1680, poi dalle Benedettine di Anet [11]. Queste fondazioni non sono prive di fatica e madre Mectilde confida a una monaca di rue Cassette in una lettera dell’ottobre 1677, mentre si appresta a fondare a Rouen: «Le fondazioni del SS. Sacramento sono difficili da fare. Costano parecchi sacrifici. Purché nostro Signore sia contento, questo basta» [12].
Nel 1681, la Madre agisce come «Superiora di tutti i monasteri della Congregazione»[13] scrivendo a padre Adrien Michel di appoggiarla nel suo progetto di associare all’adorazione perpetua i fedeli che lo desiderano. Consolida anche l’unione nei suoi monasteri attraverso le lettere. «Vivete in monastero – scrive a Rouen – nella pace e nell’unione; cercate di stabilire in esso la massima perfezione possibile, senza aggiungere nulla alle Regole e alle Costituzioni, perché esse rappresentano quello che Nostro Signore vuole dalle Figlie del SS. Sacramento» [14].
Ma in Francia la situazione cambia sotto l’influenza sempre più viva della frangia gallicana dell’episcopato. Le relazioni tra Francia e Santa Sede si fanno più tese. Il 10 marzo 1682, madre Mectilde scrive a madre Monique des Anges: «Il re ‘vostro buon amico’ serve Dio ed è sempre ben intenzionato per la Chiesa. Pregate Nostro Signore che lo sostenga e gli apra gli occhi per gli interessi della nostra santa Madre, che è prossima ad una grande afflizione» [15]. Non poteva certo immaginare che qualche giorno più tardi, il 19 marzo, l’Assemblea del Clero avrebbe promulgato una Dichiarazione dei Quattro Articoli che inaspriva ancor più i rapporti tra la Francia e la Santa Sede.
Nel 1687 Innocenzo XI abolisce le immunità diplomatiche nelle ambasciate straniere. Mentre gli ambasciatori degli altri paesi accettano, l’ambasciatore di Francia provoca il papa il quale fa sapere segretamente a Luigi XIV che lui e il suo ambasciatore sarebbero stati scomunicati. Luigi XIV reagisce facendo appello a un concilio ecumenico, facendo inoltre occupare le proprietà pontificie ad Avignone e facendo incarcerare il nunzio Ranuzzini.
Questo braccio di ferro tra Francia e Santa Sede avrà conseguenze indirette sull’opera di madre Mectilde che sta provvedendo in quell’epoca alla fondazione del primo monastero al di fuori della Francia, a Varsavia, in Polonia, dove non mancano gli ostacoli. Nel 1688, madre Mectilde deve ammettere l’impossibilità per i monasteri di rimanere nella forma di Congregazione. Si premura di aggiungere: «Se la divina Provvidenza non ha permesso che il nostro progetto di rimanere in congregazione riuscisse, tutti i monasteri non devono rimanere per questo meno uniti. [...] Questa unione sarà per l’Istituto una fonte di beni preziosissima. Se Dio benedice due o tre persone riunite nel suo nome, cosa non farà per comunità religiose unite di cuore e di spirito nel suo nome e per la sua gloria?»[16].
Ma le pene e le fatiche di madre Mectilde non sono ancora finite. Riprende la penna per redigere nuovamente le Costituzioni sulla Regola. Nel 1694 l’infaticabile madre Mectilde scrive alla priora di Varsavia, madre Marie de Jésus Petigot. «Vi assicuro che il ritardo delle Costituzioni è per me una bella croce, perché è impossibile terminare il resto che dev’essere legato alle Costituzioni» [17].
L’11 marzo 1695 scrive alla stessa: «Vorrei far ristampare le nostre Costituzioni; tutti i monasteri me ne chiedono e io non sono in grado di affrontare questa spesa; e insieme i Regolamenti di tutti gli uffici esercitati nelle case religiose ben disciplinate, cosa assolutamente necessaria senza la quale è una gran confusione, ma quando li si pratica tutto va in benedizione; è un piccolo paradiso, ciascuna conosce il proprio compito e questo mantiene le case in uno stato di perfezione» [18].
Nel frattempo, un enorme lavoro delle copiste consente di salvaguardare e trasmettere il pensiero della Fondatrice espresso nella corrispondenza, nelle conferenze, nelle conversazioni familiari e in tutti i documenti giuridici necessari al buon funzionamento dei monasteri.
Il 3 luglio 1696, su richiesta di madre Mectilde, papa Innocenzo XII pone nuovamente tutti i monasteri dell’Istituto sotto l’autorità dei Vescovi [19]. Ormai non si parla più di Congregazione, ma lungi dal nuocere allo sviluppo dell’Istituto, questa decisione, al contrario, consentirà all’opera di madre Mectilde di spiccare un volo prodigioso. Inserite nel tessuto ecclesiale locale e rimanendo strettamente unite fra loro, le comunità mectildiane si manterranno nella fedeltà al proprio specifico carisma e ciò consentirà loro di attraversare il periodo difficile che si profila.
II - I monasteri dell’Istituto delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento (1696-1956)
Questo periodo della storia delle Benedettine dell’adorazione perpetua del SS. Sacramento è il più movimentato e al contempo il più ricco. Il più movimentato, perché già rumoreggiano i primi clamori della Rivoluzione francese. Il più ricco perché, dopo la tempesta, le comunità si rialzeranno e, a prezzo di innumerevoli sacrifici, a loro volta diventeranno donatrici di vita.
A - PERIODO PRE-RIVOLUZIONARIO (1696-1792)
Alla morte di madre Mectilde esistono dieci monasteri. Sette sono stati fondati da lei e sono situati a Parigi (rue Cassette), Toul, Rouen, Parigi (rue Neuve Saint-Louis), Varsavia (Polonia), Châtillon sur Loing e Dreux. Tre sono aggregazioni: Rambervillers, Nancy e Caen. Nel 1701 le Benedettine di Bayeux chiedono l’aggregazione all’Istituto.
Le Priore mantengono tra loro relazioni epistolari annuali secondo il desiderio della Fondatrice, espresso nel Règlement des Offìces. Ad eccezione di queste circolari, di uno spirito di unione e delle osservanze comuni volute dalla Fondatrice, nessun legame giuridico unisce i monasteri dell’Istituto. Ogni monastero è autonomo, ma secondo il desiderio di madre Mectilde il primo monastero di rue Cassette gioca un ruolo di primo piano e serve da riferimento agli altri, senza tuttavia essere considerato come capo [20].
Le Costituzioni del 1676 sono definitivamente approvate, dopo alcune modifiche, da Clemente XI il 1 agosto 1705. Nel corso del periodo che ora ci interessa, le Costituzioni del 1705 diventano il legame che cementa le comunità tra loro e rappresentano il garante della fedeltà al carisma proprio di madre Mectilde. Le comunità monastiche si consolidano nella fedeltà all’osservanza. Se si registra un’unica fondazione a Lwow in Polonia nel 1715, mentre quella tentata a Roma nel 1702 fallisce, l’aiuto reciproco tra i monasteri si intensifica. Così nel 1761 la comunità di Rouen si trova in uno stato tanto disperato da venire salvata da alcune monache di Saint Louis au Marais [21].
Malgrado la dispersione dovuta alla Rivoluzione francese, l’adorazione non viene interrotta nell’Istituto grazie al coraggio e alla tenacia delle monache. Quelle di Rouen, incarcerate, continuano a fare l’adorazione. «Le sorelle avevano pensato di scavare nel petto di una bambola di cera una sorta di custodia nella quale conservavano l’eucaristia» [22]. Si passeranno la bambola di ora in ora durante tutto il periodo di incarcerazione, disdegnando il pericolo corso in quel periodo di terrore.
Se è vero che anche la nube più nera ha sempre la sua frangia d’oro, questa si profila all’orizzonte per le benedettine sopravvissute a questa tempesta rivoluzionaria.
B - PERIODO POST-RIVOLUZIONARIO (1792-1956)
Dopo la rivoluzione francese inizia una nuova tappa. I monasteri di Rouen, Caen e Bayeux si costituiscono nuovamente. I due monasteri parigini, rue Cassette e rue Neuve Saint Louis non sopravvivono alla rivoluzione, ma ha luogo un altro tentativo di fondare a Parigi, rue Tournefort. Le superstiti dei monasteri lorenesi si raggruppano a Saint-Nicolas de Port. La comunità si trova ben presto in grado di sciamare a sua volta a Rosheim in Alsazia e a Treviri, dove viene fondato il primo monastero tedesco dell’Istituto.
A partire dal 1814, il carisma mectildiano si estende a nuove regioni in Francia e conquista poco a poco altri paesi con le fondazioni in Germania, Lussemburgo, Italia, Paesi Bassi, Belgio.
Tutti questi monasteri, posti sotto la giurisdizione del vescovo, seguono le stesse Costituzioni. Mentre gli scambi tra monasteri sono esclusivamente epistolari, l’unità degli usi e costumi e l’adorazione perpetua vengono mantenute nella maggior parte dei monasteri. La crescita delle comunità continua e molti hanno delle fila ben superiori alle 50 monache previste dalle prime Constitutions sur le Régime del 1668.
Gli scambi epistolari si internazionalizzano. Le nuove fondazioni vengono in soccorso a quelle più antiche. Così in Francia la Comunità di rue Tournefort a Parigi invia aiuti a Bayeux, poi a Saint-Nicolas de Port. A sua volta Saint-Nicolas de Port va in aiuto a Notre-Dame d’Orient, mentre Ottmarsheim apporta un apprezzabile sostegno al monastero di Rosheim. La comunità di Arras accetta di inviare due monache a Rouen per aiutare quel monastero in difficoltà.
La pubblicazione del Codice del 1917 comporta la revisione delle Costituzioni del 1705, che ricevono una nuova approvazione con decreto del 28 febbraio 1928. Nuove fondazioni sorgono in Italia tra il 1910 e il 1932, dove dieci monasteri sono fondati o aggregati. Nei Paesi Bassi nascono due nuovi monasteri.
Durante il periodo che va dal 1696 al 1956, si assiste a una vera espansione del carisma mectildiano. Le richieste provenienti da diocesi lontane e straniere trovano un’eco nei monasteri i cui membri sono pronti a varcare le frontiere. Le monache dell’Istituto sono richieste ovunque per riformare e far rivivere delle comunità decadenti o semi-spente, come in Italia, mentre le fondazioni tedesche e olandesi ridanno vigore a un tessuto monastico bistrattato dalle lotte anticlericali. Il Kulturkampf trascina le comunità tedesche al di là della frontiera, nei Paesi Bassi dove sbocciano nuove famiglie monastiche dell’Istituto. Le lotte antireligiose francesi sono un sorprendente trampolino per le fondazioni nei Paesi Bassi [23].
Gli effettivi – tra le 50 e le 100 monache per gran parte del periodo – sono più che sufficienti per mantenere l’osservanza benedettina e l’adorazione perpetua. Le Costituzioni del 1928 sono fonte di unità, di regolarità e di rinnovamento per le comunità monastiche nella fedeltà al carisma proprio di madre Mectilde. I tre elementi formatori, oltre alla Regola di san Benedetto, sono quelle Costituzioni, un opuscolo che stabilisce i principali momenti della giornata monastica denominato “Giornata religiosa” e infine il Vero spirito delle Religiose adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento dell’Altare, attribuito a madre Mectilde e trasmesso con qualche ritocco nel XIX e XX secolo alle nuove fondazioni.
Da madre Marie Madeleine de la Miséricorde di Arras a madre Joséphine de la Divine Volonté di Colonia; da madre Sainte Stéphanie di Saint-Nicolas de Port a madre Caterina di Gesù Bambino di Ghiffa; da madre Marie-Joseph de la Miséricorde di Saint Louis du Temple a madre Rose de l’Immaculée Conception di Dumfries; da madre François de Sales di Saint-Omer a madre Giovanna di Varsavia; da madre Stanislas de l’Assomption di Oldenzaal a madre Marie-Joséphine Alfonsa di Peppange, l’essenziale del carisma mectildiano è stato trasmesso da monache piene di fede e di fiducia, che hanno osato la fedeltà e sono testimoni viventi di una prodigiosa avventura.
III - La Confederazione delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento (dal 1956 ai nostri giorni)
La revisione delle Costituzioni del 1928 non aveva apportato modifiche di rilievo. Verso gli anni 1947-1948, però, si mette in moto tutto un processo. Alcuni monasteri fanno approvare dal loro rispettivo vescovo dei cambiamenti giudicati indispensabili per le nuove condizioni di vita del dopoguerra. Altri si staccano dall’Istituto. Limon, in Francia, Varensel e Kempen in Germania, Oñate in Spagna. Pur cercando di mantenere l’unità di spirito e l’unione dei monasteri, si rendono sempre più necessari degli adattamenti.
Le Priore dei monasteri olandesi si riuniscono nel 1949. Le Priore dei monasteri tedeschi fanno lo stesso. Un anno più tardi, la promulgazione della Costituzione apostolica “Sponsa Christi”, il 21 novembre 1950, porta nuovi elementi di riflessione. L’articolo 7 di questo documento è, infatti, dedicato alle federazioni, «vivamente raccomandate dalla Sede apostolica». L’istruzione “Inter Praeclara” riprende e sviluppa il tema delle federazioni.
Dal 21 al 25 agosto 1951 si svolge a Parigi la prima riunione delle Priore francesi sotto la presidenza del Rev. P. Fohl, monaco di Clervaux, delegato dalla Santa Sede. Nel corso di tale riunione le Priore «ritengono possibile l’integrazione, con uno statuto canonico, dell’unione fraterna già esistente tra i loro monasteri a motivo della loro comune origine, della loro osservanza uniforme e dell’opera propria dell’adorazione perpetua del SS. Sacramento». Emergono tre punti:
- punto di partenza per l’elaborazione del nuovo Statuto deve essere il testo delle Costituzioni approvate dalla Santa Sede nel 1928;
- il modo di procedere deve consistere in una collaborazione, su una base di perfetta uguaglianza di diritti e sotto l’autorità della Santa Sede, di tutti i monasteri appartenenti all’Istituto;
- la forma degli Statuti potrebbe essere, a giudizio dei monasteri interessati, sia quella di una federazione unica, sia quella di più federazioni regionali riunite in Confederazione.
Nel 1953 i monasteri sono d’accordo nel progettare la creazione di federazioni distinte e di «mantenere intatte e fuori discussione le Costituzioni attuali»[24], ossia quelle del 1928. Le federazioni sarebbero state raggruppate in seno ad un’unica Confederazione che avrebbe abbracciato tutto l’Istituto.
Dopo molti incontri, discussioni e scambi, nel 1956 la Sacra Congregazione dei Religiosi «erige e costituisce delle Federazioni distinte per i monasteri di Francia, Germania, Italia, Olanda-Belgio e li erige in Confederazione delle Monache dell’Ordine di San Benedetto dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento», approvando a titolo sperimentale per sette anni gli Statuti. Vengono erette cinque federazioni: una in Francia, una in Germania, due in Italia, una in Olanda-Belgio. Nel 1962 viene eretta una nuova federazione in Polonia.
Le sei federazioni sono unite in seno alla Confederazione delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento. Ogni federazione si è dotata di Dichiarazioni sulla Regola adattate per ogni specifico paese e aventi come punto di partenza le Costituzioni del 1928. Tra il 1984 e il 1989 le dichiarazioni sulla Regola di ogni federazione vengono approvate dalla Santa Sede. Lo stesso accade per gli Statuti di ogni federazione e per quello della Confederazione.
Lo scopo più importante della Confederazione delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento è stimolare la spiritualità delle Benedettine del SS. Sacramento e rimanere unite nello spirito della fondatrice, madre Mectilde del SS. Sacramento. Si trattava anche, all’epoca, di difendere un bene spirituale e l’importante era mantenere un legame morale e spirituale tra le federazioni [25], di salvaguardare un patrimonio spirituale e una fisionomia propria. Così, il lavoro faticoso di una piccola commissione internazionale di monache permette di repertoriare i testi di madre Mectilde conservati in circa 200 manoscritti. Nel 1973 le archiviste di Rouen e di Bayeux intraprendono la pubblicazione di questo patrimonio spirituale mectildiano, inedito. Su oltre 3.000 testi, circa 1.400 sono stati oggetto di una prima edizione totale o parziale.
Lungi dall’essere una struttura inerte, una federazione conosce anche ciò che è segno di vita: l’evoluzione, la trasformazione, l’adattamento. Nel 1979, nei Paesi Bassi «è parso preferibile alle comunità costituire due federazioni. [...] Ciò avvenne con Decreto della Santa Sede del 5 novembre 1979» [26]. Nel 1998 un cambiamento notevole, stavolta in direzione opposta, è avvenuto in Italia. Da alcuni anni le due federazioni italiane avevano iniziato un processo di riflessione per giungere all’unione. L’11 luglio 1998, nella festa di san Benedetto, la Santa Sede ha eretto un’unica federazione italiana.
In quello stesso anno 1998, durante la riunione di tutte le Priore a Parigi in occasione del terzo centenario della morte di madre Mectilde, Papa Giovanni Paolo II si è rallegrato «nel vedere che l’opera fondata nel ‘gran secolo delle anime’ da una monaca interamente donata alla persona di Cristo, è continuata fino a noi attraverso le vicissitudini della storia. I monasteri fondati da Madre Mectilde e dalle Superiore che le sono succedute sono, in numerosi paesi d’Europa, testimoni viventi di questa fecondità. Il motto di san Benedetto, ora et labora, si addice favorevolmente a religiose collocate sotto l’egida del SS. Sacramento. L’adorazione, infatti, consente loro di contemplare quotidianamente il Corpo di Colui che si è consegnato per la salvezza del mondo e che non cessa di attirare a sé tutti gli uomini. L’adorazione si prolunga nel lavoro e nelle attività che le associano a Colui che opera sempre (cf. Gv 5,17), a immagine del Padre. L’esempio vivente di Madre Mectilde non cessi di ispirare alle sue figlie spirituali la volontà di lasciare che Cristo prenda il primo posto nella loro vita e di intercedere per il mondo! [...] Di tutto cuore, invia a tutte le Benedettine del SS. Sacramento la sua Benedizione apostolica» [27].
L’anno dell’Eucaristia che si è appena concluso è anche quello del terzo centenario dell’approvazione delle Costituzioni del 1705 da parte di Clemente XI. Quelle Costituzioni hanno fatto la loro strada e continuano a essere fattore di unità e di fedeltà al carisma fondatore, attraverso le Dichiarazioni sulla Regola proprie di ogni federazione, di cui sono sorgente e fondamento affinché, in seno alla Confederazione che compirà i 50 anni di esistenza nel 2006, le Benedettine dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento lascino che Cristo prenda sempre più il primo posto nella loro vita, perché Dio sia glorificato in tutto.
* Monaca del Monastero di Rouen (F)
[1] N. 2212, Capitolo del 2 settembre 1660 (CC117/2).
[2] CATHERINE DE BAR, Fondation de Rouen, Bénédictines du Saint-Sacrement, Rouen 1977, pp. 22.83.215. Cf. CATHERINE DE BAR, Mère Mectilde du Saint-Sacrement, Lettres inédites, Rouen 1976, pp. 200.203.210.
[3] N. 2321, Lettera alle Religiose del Monastero di Rambervillers, in CATHERINE DE BAR, Mère Mectilde du Saint-Sacrement, Lettres inédites, cit., p. 278. Tr. It. CATHERINE MECTILDE DE BAR, Non date tregua a Dio. Lettere alle monache 1641-1697, ed. Jaca Book, Milano 1979, pp. 117-118.
[4] Constitutions des Religieuses Bénédictines de l’Institut de l’Adoration perpétuelle du très Saint-Sacrement de l’Autel, Paris 1677.
[5] Constitutions sur la conduite du Régime de la Congrégation des Filles bénédictines du Très Saint-Sacrement. La sola copia esistente di queste costituzioni si trova a Bayeux, nel manoscritto N. 245 che fu portato dalle Monache di Toul quando queste si stabilirono, dopo la Rivoluzione, a Saint-Nicolas-de-Port. Dopo la loro scomparsa, nel 1904, il manoscritto fu conservato dalla Reverenda madre Scolastique Parisot che lo affidò, insieme ad altri, agli archivi di Bayeux, quando venne nel 1938 per fondere la sua piccola comunità riformata a Nancy con quella di Bayeux. Cf. Nota della reverenda Madre Mechtilde du Saint-Sacrement, Priora del Monastero di Bayeux, datata novembre 1952, allegata in prima pagina alla copia dattiloscritta del manoscritto inviata a tutti i monasteri dell’Istituto.
[6] ID., copia dattiloscritta del manoscritto N. 245, p. 1.
[7] HERVIN-DOULENS, Vie de la Très Révérende Mère Mechtilde du Saint-Sacrement, Paris 1883, p. 481.
[8] Cf. copia dattiloscritta del ms. N. 245, pp. 17.18.33.79.
[9] HERVIN-DOULENS, Vie de la Très Révérende Mère Mechtilde du Saint-Sacrement, cit. pp. 482-483.
[10] Archivi Nazionali Seine – L 1076 – St. Louis au Marais, 2° fasc. N. 28. Bolla di Papa Innocenzo XI con la quale è approvato l’Istituto delle Religiose benedettine del SS. Sacramento. Traduzione francese di Dom Claude (de Vic?).
[11] CATHERINE DE BAR, Mère Mectilde du Saint-Sacrement, Lettres inédites, cit., pp. 202.332 e 353 ; HERVIN-DOULENS, Vie de la Très Révérende Mère Mechtilde, cit., p. 434.
[12] C. DE BAR, Fondation de Rouen, cit., p. 146.
[13] C. DE BAR, Fondation de Rouen, cit., p. 266.
[14] C. DE BAR, Fondation de Rouen, cit., p. 269.
[15] N. 1402, Lettera a madre Monique des Anges de Beauvais, in C. DE BAR, Fondation de Rouen, cit., p. 287. Madre de Beauvais aveva vissuto assai vicina alla regina e si sa da una lettera indirizzata da Madre Mectilde il 31 ottobre 1687 alla Madre della Présentation (Radegonde de Beauvais), sorella di madre Monique des Anges, che questa definiva Luigi XIV “suo buon amico”.
[16] Règlement des Offices religieux de l’Institut du Très Saint-sacrement , Lille 1853, p. 1.
[17] N. 2776, Lettera a madre Marie de Jésus Petigot, in CATHERINE DE BAR, En Pologne avec les Bénédictines de France, Téqui 1984, p. 187.
[18] N. 1215, Id., p. 193.
[19] Joseph DAOUST, Catherine de Bar, Mère Mectilde du Saint- Sacrement, Téqui 1979, pp. 11-36.
[20] Règlement des Offices religieux de l’Institut du Très Saint- Sacrement, cit., pp. 2-3.
[21] ABBÉ RENEAULT, Le monastère des Bénédictines du Saint-Sacrement de Rouen, Fécamp 1923, p. 115.
[22] ARCHIVISTES DE ROUEN, La dispersion lors de la Révolution, in Catherine de Bar, Une âme offerte à Dieu en Saint Benoît, Miscellanea, Téqui 1998, p.251.
[23] DOM G. CHARVIN, L’institut des Bénédictines de l’Adoration Perpétuelle du Saint-Sacrement des origines à nos jours (1652-1952), in Priez sans cesse, Miscellanea, Paris 1953, pp. 54-174.
[24] SR. MARIE CATHERINE CASTEL, Histoire de la Confédération des Bénédictines du Saint-Sacrement, Bayeux 1998, p. 14.
[25] ID., pp. 79.69.71.
[26] ID., p. 84.
[27] Estratto dalla lettera indirizzata a madre Marie de Jésus Béraux, Presidente della Federazione francese, dal Segretario di Stato S. Em. Card. Angelo Sodano con la benedizione apostolica del S. Padre; cf. «Deus Absconditus» anno 89, nn. 3-4, luglio-dicembre 1998, pp. 14-15.