Deus
absconditus, anno 80, n. 1, Gennaio-Marzo 1989, pp. 15-16
Sr Mariarenata Quariglio osb ap
(Una
benedettina del SS.mo Sacramento di Ronco di Ghiffa)
Solo Cristo, perché Uomo e Dio, ha il potere di riscattare tutto il genere umano. I suoi atti sono umani, ma procedono dalla Persona del Verbo. È nel momento del suo passaggio al Padre che Cristo realizza la nostra redenzione. Solo Gesù è il riparatore del peccato dell’uomo.
Nell’Eucaristia Egli dona a tutti gli uomini il mistero vivificante della sua Pasqua, ma invita pure ognuno a partecipare al suo unico Sacrificio.
Tutte le immolazioni dell’A.T. sono figura di questa Vittima perfetta, mentre tutte le sofferenze e le immolazioni – sino alla fine dei tempi – hanno valore in quanto unite all’obbedienza di Cristo al Padre sino al Sacrificio del Calvario.
Quando parliamo di Riparazione non dobbiamo mai dimenticare questo: Gesù ci invita a seguirlo per renderci partecipi del suo mistero di morte e risurrezione.
Il Battesimo ci inserisce nel mistero di Cristo che è quello di cooperare all’opera di salvezza di tutti gli uomini.
Per noi – che abbiamo quale carisma speciale questo impegno – la Professione fissa la nostra porzione di lavoro nel campo del Padre di famiglia: chiamate, quindi, a supplire con l’obbedienza e l’amore alla carenza di amore degli uomini.
Madre Mectilde de Bar – esprimendosi secondo la cultura del suo tempo – cerca di farci comprendere quello che ha capito della missione ricevuta da Dio e che il suo cuore bruciante d’amore tenta di tradurre:
«Siete delle riparatrice d’amore e le vostre riparazioni devono essere fatte nell’amore, perché siete il supplemento dei peccatori che non hanno amore. Quanto saremmo felici se potessimo fonderci alla presenza di questo divino Salvatore e i nostri cuori fossero spezzati e consumati da preziose fiamme d’amore! Piaccia a Dio di renderci degne di amarlo di questo amore puro e violento che in cielo trasforma i beati in Gesù. Amore violento e tranquillo nello stesso tempo, amore che brucia senza consumare, amore che trionfa di tutto e che rende Dio, Maestro assoluto di noi stesse» (Lettera alla comunità di Rambervillers).
La spiritualità riparatrice è forse la più profonda e realistica attuazione della legge evangelica dell’amore fraterno che, a imitazione di Cristo, spinge a farci carico dei fratelli più bisognosi e meno amabili, quelli che il linguaggio biblico chiama peccatori.
La spiritualità riparatrice consiste nello stabilire una forte solidarietà spirituale con l’umanità peccatrice, fino al punto di non volersene più distinguere e di vivere interamente in funzione di essa. Amando sino a tal punto i fratelli, non soltanto si può intercedere a loro favore, ma altresì credere, sperare, amare a nome loro e quasi al loro posto. L’amore che Dio ci dona non ci separa ma ci identifica ai fratelli mediante la misteriosa forza coesiva dello Spirito, e spinge a fare noi stessi per essi ciò che essi non vogliono o non sono in grado di fare. Si tratta del dono totale di se stessi, della comunione d’amore più nascosta e realistica che si possa concepire. È un perdersi interamente per gli altri che si spera di ritrovare un giorno uniti nella medesima salvezza escatologica. È altresì una profonda vicinanza al mondo spirituale del Cristo Servo di Jahvè, che si è fatto peccato perché tutti potessero diventare giustizia.
La spiritualità riparatrice, se da una parte stabilisce una comunione intensa con i fratelli peccatori, dall’altra vive appassionatamente l’amore di Dio per ogni uomo, giusto o peccatore che egli possa essere. Solo può capire la spiritualità riparatrice chi è giunto a questa certezza.