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Deus absconditus, anno 100, n. 4, Ottobre-Dicembre 2009, pp. 65-97
Sr. Marie-Cécile Minin osb ap
Le principali fonti
della spiritualità mariana di
madre Mectilde de Bar
Quali sono le principali fonti della spiritualità mariana di Madre Mectilde de Bar? E’ la domanda che può sorgere alla lettura dei suoi scritti.
In effetti, ci si può chiedere come madre Mectilde abbia preso contatto con un ricco passato e per quali canali le sia giunta questa eredità. I luoghi privilegiati di questa trasmissione sembrano essere la liturgia, la lettura personale e l’ascolto di conferenze spirituali e di sermoni.
Le letture offerte dal breviario monastico [1] e quelle scelte per il Proprio delle feste e degli uffici della Congregazione delle Religiose Benedettine dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento [2] coprono un vasto campo. Vi si trovano testi di Andrea di Creta [3], di Germano di Costantinopoli [4], di Ildefonso di Toledo[5] e di Beda il Venerabile [6]. Ambrogio e Agostino sono utilizzati nel Breviario, come Bonaventura e Bernardino da Siena nel Proprio, senza dimenticare Bernardo di Chiaravalle; madre Mectilde ha saputo trarre profitto da tali letture.
La lettura spirituale personale era stata rimessa in auge da dom Didier de la Cour, riformatore benedettino, fondatore della Congregazione di Saint-Vanne-et-Hydulphe, da cui dipendeva Rambervillers, il monastero di professione di Madre Mectilde del Santissimo Sacramento [7].
Quanto alle conferenze spirituali ascoltate al monastero di rue Cassette, anch’esse sono state messe a frutto. Il monastero si trovava, per la sua posizione, nelle vicinanze e sotto la dipendenza dell’abbazia Saint-Germain-des-Prés [8] che apparteneva alla congregazione di Saint-Maur. Si sa di quali lavori di erudizione i monaci benedettini di Saint-Maur siano stati autori.
Quando si conosce la vita di questa monaca del XVII secolo [9], non si può che apprezzare la sua capacità di condurre a buon fine tante fondazioni, offrendo al contempo un lavoro di grande qualità spirituale.
Dai Padri della Chiesa a Gertrude di Helfta
Madre Mectilde ha quindi saputo utilizzare tutte le possibilità che le furono date per forgiare la sua spiritualità mariana, appoggiandosi alla Tradizione patristica e alla spiritualità delle grandi monache del XIII secolo.
I Padri della Chiesa, sia greci che latini, ritornano spesso nei suoi scritti per confermare e rafforzare il suo pensiero. Analogamente è presente in parecchi punti Bernardo di Chiaravalle, a cui fa esplicitamente riferimento nelle sue conferenze [10] e anche nel Prologo delle Costituzioni. Né è dimenticato il monachesimo femminile: attraverso madre Mectilde raggiungiamo Geltrude di Helfta e Mechtilde di Hackeborn, entrambe citate negli scritti mectildiani [11].
La tradizione patristica
Si trovano a più riprese in Madre Mectilde espressioni quali “Molti Padri della Chiesa assicurano che…” [12], “Secondo le considerazioni di alcuni Padri della Chiesa…” [13], “I Padri della Chiesa affermano…” [14], “Vi sono dei Padri della Chiesa i quali affermano che…” [15].
Quale sono dunque queste fonti patristiche alle quali ella fa tanto riferimento? Per citarne solo alcune, menzioniamo Agostino, Giovanni Damasceno, Efrem, Basilio di Cesarea e Leone Magno.
Sul versante dei Padri greci, possiamo trovare una concordanza tra san Basilio di Cesarea e Madre Mectilde. Così, a proposito della Vergine Maria, Madre Mectilde aveva detto in una conferenza:
“Oh,…ma – mi si dirà – non è lo Spirito Santo che Maria sposa, ma san Giuseppe!” Sono d’accordo, ma san Giuseppe serve da ombra allo Spirito Santo. Egli è posto come custode di questa preziosa Vergine, per servirla come difensore della sua purezza davanti agli uomini e per celare il mistero della Incarnazione, che si deve operare in lei, e nasconderlo al mondo” [16].
Se ne trova l’eco in Basilio di Cesarea:
“[Maria] è vergine e promessa sposa ad un uomo (…) affinché e la verginità fosse onorata e le nozze non fossero disprezzate. La verginità infatti fu scelta come adatta alla santificazione e per mezzo della destinazione a sposa furono accolti i principi delle nozze. Ma anche perché Giuseppe fosse intimo testimone della purezza di Maria, e non fosse dato adito ai calunniatori per dire che essa abbia violato la verginità, ebbe un promesso sposo come custode della sua vita” [17].
Sul versante dei Padri latini, Madre Mectilde mostra di appoggiarsi su Leone Magno quando scrive l’Atto per il giorno dell’Incarnazione, che in effetti comincia così :
“O Gesù, Verbo del Padre, che lasciando, per così dire, il trono della tua gloria, sei entrato nel seno verginale di Maria e ti sei rivestito delle nostre debolezze” [18].
L’accostamento di questo testo con la lettera 18 di Leone Magno letta durante l’Ufficio delle Letture della solennità dell’Annunciazione è rivelatore della prossimità dei termini usati:
Il Figlio di Dio, fa dunque il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo mondo, scendendo dal suo trono celeste, senza lasciare la gloria del Padre [19].
Leone Magno scriveva anche all’Imperatrice Pulcheria:
“Allora, la Sapienza si costruì una dimora: il Verbo si fece carne in un seno verginale...” [20].
E’ dunque nei testi patristici recepiti nella liturgia che Madre Mectilde ha attinto i termini di quello che è diventato il suo Atto per l’Incarnazione, letto ogni anno il 25 marzo nei suoi monasteri.
Bernardo di Chiaravalle (1090 - 1153)
La vicinanza fondamentale fra Bernardo di Chiaravalle e Madre Mectilde si situa a livello della loro comprensione della mediazione della Vergine Maria. Madre Mectilde segue la via tracciata dall’abate di Chiaravalle e contempla le grandezze e i misteri della Vergine Madre. Maria è presentata da san Bernardo nel suo ruolo di mediatrice che attinge la grazia alla sua sorgente e la dispensa.
Qui ricorderemo un solo tema: la Vergine Madre, mediatrice di ogni grazia.
Rivolgendosi a Maria in una conferenza per la domenica nell’ottava dell’Assunzione, Madre Mectilde diceva:
“Noi apparteniamo a te e attraverso di te a Gesù; e senza di te non possiamo avvicinarlo né ricevere le sue grazie. E’ attraverso di te che noi aspettiamo queste grazie” [21].
In un’altra conferenza per il giorno dell’Annunciazione, Madre Mectilde parla delle tre virtù (la povertà, l’umiltà e la carità) della Vergine Maria che dobbiamo imitare:
“Andiamo a Gesù nel Cuore verginale di Maria e supplichiamo ardentemente questa Madre di bontà di renderci partecipi della sua purezza e umiltà, per poter anche noi partecipare alle grazie singolari che lei ha ricevuto in questo giorno…Preghiamola di presentare i nostri cuori e i nostri desideri a suo Figlio e di ottenerci ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra perfezione…Vi scongiuro di lasciarvi possedere dal suo amore, svuotandovi di voi stesse, mettendovi con rispetto davanti a lui [Dio]” [22].
Questo tema della mediazione della Vergine Maria è caro all’abate di Chiaravalle. Nel cuore della sua contemplazione, il monaco non può fare a meno di affermare:
“Veneriamo dunque Maria con tutta la tenerezza dei nostri cuori, con tutta la potenza del nostro affetto, con tutti i nostri desideri, poiché tale è la volontà di colui che ha voluto che noi avessimo tutto da Maria” [23].
Bernardo descrive anche le tre virtù che hanno elevato Maria fino alla sorgente e che si chiamano carità, povertà e umiltà [24].
Nel 1671, in uno dei suoi capitoli, Madre Mectilde enumera le tre virtù che l’anima deve possedere per permettere a Cristo di prepararvi la sua dimora:
“Supplichiamo Gesù Bambino di preparare lui stesso la sua dimora in noi. E da parte nostra, cosa faremo per lasciarlo entrare? Penso che ci siano necessarie tre cose. La prima è la fede, la seconda è la purezza, la terza è l’amore” [25].
Alla Vergine Maria noi dobbiamo anche chiedere
“che ci insegni a prepararci perché suo Figlio possa nascere nella nostra anima. Ella è così buona che ci istruirà. Portandolo nel suo grembo verginale lo possedeva pienamente, ed egli trovava un mirabile compiacimento nella purezza del suo cuore” [26].
Quindi, come per Bernardo di Chiaravalle, così per madre Mectilde de Bar, Maria è il canale attraverso cui le grazie divine ci sono dispensate ed è fonte che ci unisce a Dio.
Mechtilde di Hackeborn (1241-1299)
Mechtilde di Hackeborn nacque nel 1241. Entrata nel monastero di Rodersdorf, raggiunse Helfta in Sassonia nel 1258. Incaricata nel 1261 dell’educazione al canto delle alunne, formò santa Geltrude la Grande di cui restò la confidente. Morì il 19 novembre 1299. Le grazie di cui Dio la favorì sono riferite nell’opera Il Libro della grazia speciale [27].
La biblioteca di Rambervillers, monastero lorenese dove Madre Mectilde ricevette l’abito benedettino l’11 luglio 1640, ne possedeva forse un esemplare. Del resto, madre Mectilde poteva ignorare la vita e gli scritti della santa di cui aveva preso il nome?
Madre Mectilde si impregnò del pensiero della santa di Hackeborn come testimonia un suo scritto [28] nel quale si trova un saluto alla Vergine Maria composto da santa Mechtilde [29] e adattato da Madre Mectilde.
Se si confrontano il capitolo 45 del Il Libro della grazia speciale e questo scritto in cui Madre Mectilde definisce quello che deve essere l’anima della contemplativa, imitando in questo la Vergine Maria, si trova da una parte e dall’altra la stessa enumerazione dei nove cori angelici. Ma mentre santa Mectilde parte dei cherubini per arrivare agli angeli, madre Mectilde parte dagli angeli per risalire fino al coro dei cherubini. Ciò che è importante notare è il modo originale con cui riprende le interpretazioni di santa Mechtilde per attribuir loro un significato particolare e molto vicino, almeno nei suoi aspetti fondamentali, a quello di Mechtilde di Hackeborn.
Ecco due esempi significativi:
Laddove santa Mechtilde de Hackeborn comprende che con gli angeli “ella deve benedire e lodare la Madre di Dio”, Madre Mectilde spiega che l’anima spirituale “deve (a imitazione della gloriosa Vergine Madre) lodare e glorificare Dio con profonda reverenza”.
Se santa Mectilde comprende che “la pratica delle virtù prepara gli uomini alle effusioni della divinità”, Madre Mectilde utilizza una trasposizione per mostrare che l’anima spirituale deve praticare le virtù cristiane alla perfezione.
Santa Mechtilde di Hackeborn aveva anche una grande devozione per il Verbo incarnato in Gesù Cristo, Salvatore e mediatore tra Dio e gli uomini, perché tutto, secondo lei, viene da Dio attraverso il Cuore di Cristo e risale per la stessa via. Ella aveva anche un amore intenso per la Vergine Maria, e più specificamente per il suo santo Cuore [30]. Fu lei, infatti, a inaugurare la pratica della recita, mattino e sera, delle tre Ave Maria per ottenere di essere preservati dal peccato e la grazia di una buona morte [31].
Madre Mectilde de Bar ha dunque saputo far propria l’eredità tanto preziosa lasciata dalla santa monaca di Hackeborn.
Geltrude di Helfta (1256-1301)
Nata nel 1256, Geltrude fu affidata all’età di cinque anni al monastero di Helfta dove fece professione religiosa. Morì nel 1301. La pietà mariana di santa Geltrude è molto intensa. Per lei, la Vergine Maria è colei che dona il Figlio di Dio al mondo [32]. Ella ne parla come della “mediatrice, Madre di colui che è il vero mediatore tra Dio e gli uomini” [33].
Questo pensiero sarà sviluppato da Madre Mectilde in più conferenze, in cui Maria è percepita come colei che dona il Figlio di Dio al mondo. Dice Madre Mectilde:
“La Santa Chiesa onora oggi con molte ragioni l’attesa del parto della Santa Vergine e i desideri ardenti del suo cuore che desiderava donare agli uomini questo riparatore divino” [34].
E in un’altra conferenza aggiunge:
“Sapendo che veniva per salvare tutti gli uomini, desiderava donarlo al mondo” [35].
Madre Mectilde considera anche Maria come Colei che intercede per noi presso suo Figlio:
“La Santissima Vergine (…) – dice – è colma di zelo per la conversione dei peccatori ed opera tutto quanto può presso il suo divin Figlio per ottenere loro grazia” [36].
E in una conferenza per il tempo di Avvento:
“La santa Madre di Dio si annienta nelle anime che le sono devote, per darle tutte a suo Figlio” [37].
Eccola veramente figlia di santa Geltrude. Facciamo dunque nostra questa preghiera che sgorga dal cuore della santa di Helfta:
“O Madre di pietà, proprio per questo ti è stata data nel Figlio la fonte della misericordia, perché tu ottenga la grazia a tutti quelli che ne hanno bisogno, e perché la tua grande carità copra la moltitudine di peccati e difetti nostri” [38].
E rivolgendosi a Cristo santa Geltrude prosegue:
“La grande pietà della tua stessa madre interceda dunque con la sua grazia presso la tua misericordia per tutte le mie colpe” [39].
Vi è dunque vicinanza di pensiero tra la mistica tedesca del Medio Evo e la Benedettina lorenese del “Grande Secolo”.
Da Bernardino da Siena a Pierre de Bérulle
Bernardino da Siena sembra essere colui al quale Madre Mectilde fa più riferimento. Anche il messaggio spirituale di Giovanna di Francia, di cui Madre Mectilde fu una delle figlie come Annunziata all’inizio della sua vita religiosa, è fortemente presente. Infine, le intuizioni di Bérulle traspaiono a più riprese negli scritti mectildiani.
Bernardino da Siena (1380-1444)
Frate minore, Bernardino da Siena percorre l’Italia predicando, rianimando la fede presso molti e operando conversioni al suo passaggio. Anche Bernardino ha parlato della Vergine che egli definisce dispensatrice di tutte le grazie.
Un confronto tra il “Breviario monastico” di Paolo V e il Proprio della Congregazione delle Religiose Benedettine dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, mette in luce l’uso ragionato degli scritti di Bernardino proposti come letture in alcuni uffici liturgici propri dell’Istituto mectildiano. Si tratta quindi in questo caso di una scelta specifica. Se ne trovano tracce in una conferenza dove Madre Mectilde afferma:
“Posso assicurare a tutte quelle che amano, onorano questo grande mistero dell’Immacolata Concezione della Santissima Vergine, che ella le ricompenserà di grazie in questo mondo e di gloria nell’altro (…) Essa li compatisce con misericordia e li scusa nelle loro debolezze” [40].
In un sermone, Bernardino da Siena diceva già, parlando della Vergine Maria:
“Ella è seduta, intercedendo per coloro che la pregano con pietà presso il giudice, scusando le nostre debolezze, e chiedendo per noi la grazia in questo mondo e la gloria nell’altro” [41].
A Madre Mectilde de Bar piace anche mettere Maria in stretta relazione con la Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo:
“Salutatela – dice in una conferenza nel 1662 – come figlia di Dio, prescelta ad essere madre del Figlio e sposa dello Spirito Santo” [42].
E altrove:
“L’intera Trinità la guarda con occhi di compiacenza al momento della sua entrata in cielo, per colmarla di ricompensa e di gloria: l’eterno Padre come sua figlia, il Figlio come sua madre e lo Spirito Santo come sua diletta sposa” [43].
Madre Mectilde ne parla anche come della “prescelta del Padre, l’amatissima del Figlio e la delizia dello Spirito Santo” [44].
Ora, per esprimere il suo pensiero, Bernardino da Siena aveva già utilizzato quest’immagine nel sermone 9 sulla Visitazione di Nostra Signora, letto nella liturgia l’8 febbraio alle Vigilie della Festa del Sacro Cuore di Maria nel Proprio:
“Quale mortale se non si appoggia alla parola divina oserebbe celebrare per quanto poco sia, con le sue labbra sporche, questa autentica Madre di Dio e degli uomini, che Dio Padre, prima di tutti i secoli ha predestinato a restare vergine, che il Figlio ha scelto per sua degnissima Madre, nella quale il Santo Spirito ha preparato la dimora di ogni grazia?” [45].
E’ probabile che Madre Mectilde abbia avuto una buona conoscenza degli scritti di Bernardino da Siena. La sua spiritualità mariana ne è stata impregnata. Ha saputo raccogliere l’eredità del passato e trasmetterla in una formulazione personale.
Giovanna di Francia ( 1464-1505 )
Figlia del re di Francia Luigi XI, Giovanna di Francia fondò, con l’aiuto del suo confessore Padre Gabriele Maria (OFM), l’Ordine della Beata Vergine Maria, chiamato anche Ordine delle Dieci Virtù o Dieci Piaceri di Nostra Signora, più conosciuto sotto l’appellativo dell’Annunziata, a motivo della devozione particolare di Giovanna di Francia per il mistero dell’ Annunciazione.
L’Ordine fondato da santa Giovanna di Francia era ufficialmente posto sotto la direzione dei Frati minori [46]. Mentre era ancella [47] del monastero di Bruyères, Madre Mectilde, che allora si chiamava suor San Giovanni Evangelista, meditò nel suo cuore la Regola delle Annunziate e le dieci virtù di Maria.
Come Giovanna di Francia richiede nella Regola [48], Madre Mectilde mantenne fedelmente per tutta la vita una predilezione per l’Ufficio corale e per il culto della Santa Eucaristia.
Abbiamo menzionato le dieci virtù della Vergine Maria. Si chiamano: castità, prudenza, umiltà, fede, devozione, obbedienza, povertà, pazienza, carità e comprensione. Si ritrovano nella spiritualità di Madre Mectilde. Esponendo alle sue monache quello che dovevano fare per rendere omaggio alla Vergine Maria, Madre Mectilde afferma:
“E noi, cosa faremo per rendere omaggio alla nostra Sovrana? Ciò potrà avvenire con l’imitazione delle sue virtù. Sì, ella riceve più onore dalla pratica delle virtù, dal seguire il suo esempio che da tutto ciò che si potrebbe fare, con qualsiasi altra cosa” [49].
E ancora in una conferenza per la festa dell’Immacolata Concezione il 15 dicembre 1694:
“Onorate la sua santissima Madre con tutte le vostre forze, amatela come la vostra buona Madre; imitate le sue virtù, fate tutti i giorni qualcosa in suo onore e pensate spesso a lei. Siate persuase che non basta onorarla con il cuore e con la mente, ma che dovete farlo con le vostre azioni, imitando la sua dolcezza e umiltà, poiché niente le è più gradito” [50].
E infine in una bellissima conferenza per la festa del Sacro Cuore di Maria:
“Il mio spirito mi rappresenta quel cuore delizioso come il sacro scrigno in cui sono racchiusi tutti i doni di Dio. Tutte le virtù si trovano lì, in una somma perfezione. Se vi cerchiamo la dolcezza, ne è tutto pieno; se l’umiltà, è tutto annientato; se la sottomissione ai decreti di Dio, ella pronuncia quel misterioso fiat che la rende schiava del divino volere; se la pazienza ne abbiamo sufficienti riprove nella sua vita così santa. Ma ciò che più mi colpisce è la sua carità, la sua bontà per i peccatori; è il loro rifugio e il suo santissimo cuore è sempre pieno di misericordia per riceverli e riconciliarli con Gesù Cristo” [51].
Madre Mectilde segue in questo il consiglio dato da Giovanna di Francia nel Prologo della sua Regola:
“Abbiate continuamente davanti agli occhi la Vergine stessa” [52].
E sempre nel Prologo:
“Perché il modo di imitare la Vergine e di piacere a Dio sul suo esempio, che è posto nella vostra Regola, è tutto preso dal Vangelo, avete bisogno di sapere quello che il Vangelo dice della Vergine” [53].
Anche qui, si può vedere in Madre Mectilde la continuità e l’assimilazione progressiva della sua esperienza religiosa come Annunziata.
Pierre de Bérulle (1575-1629)
Nato nel 1575, Pierre de Bérulle fondò nel 1611, a Parigi l’Oratorio di Gesù. Apostolo del Verbo Incarnato, Bérulle è anche un grande devoto della Vergine Maria. Nei suoi scritti non separa il Figlio dalla Madre.
Non possiamo determinare qui se Madre Mectilde abbia avuto o meno conoscenza degli scritti di Bérulle, perciò tenteremo solamente di mettere in luce le idee comuni all’uno e all’altra attraverso le conferenze o i colloqui spirituali di cui gratificarono le loro rispettive famiglie religiose.
Ecco qualche esempio. Per la festa dell’Annunciazione, Madre Mectilde parlava di Maria in questi termini:
“Onoriamola, oggi in modo particolare, in qualità di Madre di Dio” [54].
Nel marzo 1614, anche Bérulle aveva celebrato la maternità divina di Maria:
“Anche in questo mese dobbiamo accrescere la nostra devozione verso la beata Madre di Dio. In effetti, è in questo mese che ogni giorno e ad ogni istante si disponeva sempre di più alla dignità di Madre di Dio” [55].
Parlando dell’Immacolata Concezione di Maria, Madre Mectilde aggiunge in un’altra conferenza:
“Dopo Dio nessuno è tanto grande e tanto santo. Per comprenderlo, ci basta sapere che è la Madre di Dio” [56] .
E ancora:
“Dopo Dio, però, non temo di affermare che niente è così perfetto, così grande, così potente, niente è più elevato in gloria della santissima Madre di Dio” [57].
Infine, in un colloquio familiare sullo stesso tema, precisa:
“L’eterno Padre non aveva ancora veduto, fuori di Se stesso, nulla di tanto bello, di tanto perfetto, quanto quella piccola creatura, poiché l’Umanità santa del Verbo non era ancora stata formata” [58].
Questa idea si trovava già in ciò che Pierre de Bérulle affermava nel novembre 1614:
“Per esempio, dopo Dio, la santità a un così alto livello non si è trovata in alcun essere se non nella beata Vergine e nella santissima umanità di Cristo” [59].
Per la festa della Presentazione di Maria al Tempio, Madre Mectilde sembra affascinata dalla maturità di Maria fin dall’età di tre anni [60]:
“La santissima Vergine – dice – abbandona tutto per seguire il Signore che la conduce nel tempio. Sì, essa vi è condotta dallo Spirito di Dio, in quanto quell’agire di Maria non è l’atto di un fanciullo di tre anni; è infatti in questo giorno che essa fa voto di verginità” [61].
Anche Bérulle aveva meditato su Maria a quell’età:
“Il suo primo comportamento esteriore tre anni dopo esser venuta al mondo è stato – sembra – l’oblazione di se stessa al Tempio e con la disposizione più eminente” [62].
e altrove:
“Con la sua Presentazione, la beata Vergine Maria ha inaugurato un nuovo stato di vita che ella non aveva prima, voglio dire che ha iniziato una vita di consacrazione a Dio, pienamente donata a Dio attraverso il voto di verginità” [63].
In una conferenza dell’anno 1663 per la festa dell’Assunzione di Maria, Madre Mectilde si sofferma sulla morte della Vergine Maria che definisce una morte d’amore:
“La Madonna muore non soltanto nell’amore e per l’amore di Dio, ma muore di amore” [64].
E altrove, in un capitolo:
“E’ un effetto di amore che le sottrae quella vita che ha iniziato nell’amore al momento della sua Immacolata Concezione; [infatti] nel suo itinerario [terreno] ha vissuto d’amore ed è morta di amore. Sì, l’amore consuma in questo ultimo momento la vita della Madre di Dio” [65].
Bérulle già parlava di questa morte d’amore:
“Il Figlio di Dio ha voluto morire d’amore ma d’una morte violenta. Non era conveniente che sua Madre morisse, ugualmente, d’una morte violenta ma era conveniente che morisse d’amore” [66].
Infine, nella Giornata religiosa [67], Madre Mectilde constata che:
“Tutti i cristiani sono obbligati [68] a onorare la Santa Vergine ma particolarmente le religiose del nostro Istituto (…). Esse si sono impegnate a riconoscerla non solamente come loro regina e maestra ma anche come loro vera madre e come loro unica superiora perpetua” [69].
Questo auspicio è quasi analogo a quello espresso da Pierre da Bérulle nel 1614:
“Tutti i cristiani devono rinnovare il loro desiderio di onorarla (…). Ma anche poiché noi siamo stati scelti per far parte di questa congregazione [dell’Oratorio] che ha per lei una devozione speciale, siamo tenuti a rinnovare questo desiderio a titolo più stretto” [70].
Pierre de Bérulle fu l’iniziatore di questa corrente mariana che trae ispirazione dalla teologia mistica. Si vede quanto Madre Mectilde abbia avuto la stessa intuizione. La lettura degli scritti di Madre Mectilde manifesta quindi nella fondatrice dell’Istituto delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento più di un punto in comune con il fondatore dell’Oratorio.
In definitiva, lo studio delle fonti della spiritualità mariana di Madre Mectilde de Bar lascia intravedere, in modo impressionante, quanto questa monaca fosse impregnata dell’esperienza religiosa e monastica nata nei secoli precedenti.
Formata dalla lettura dei Padri della Chiesa e dalla meditazione dei testi delle grandi figure monastiche del Medio Evo, iniziata alla spiritualità france-scana di cui ha condiviso per qualche tempo l’eredità in seno alle Annunziate, vicina alle intuizioni di Bérulle, Madre Mectilde de Bar riassume in sé alcune forti correnti spirituali che hanno segnato la Chiesa lungo la storia.
[1] Bréviaire monastique, approuvé par le pape Paul V le 1er octobre 1612, édition de 1664, Paris, 4 volumes.
[2] Le Propre des fêtes et offices de la Congrégation des religieuses Bénédictines de l’Adoration perpétuelle du très Saint-Sacrement, approuvé d’autorité apostolique, Paris, de l’Imprimerie Jean Hesnault, 1671, avec privilège du Roi. (Manoscritto P 37, conservato nell’archivio del monastero di Rouen).
[3] Andrea di Creta, predicatore e poeta bizantino nato verso il 660 a Damasco, muore nel 740.
[4] Germano,vescovo di Costantinopoli, (715-730).
[5] Ildefonso, nato a Toledo, probabilmente prima del 607. Muore nel 667. La sua fama postuma ha conservato sopratutto il ricordo della sua profonda devozione per la Vergine Maria.
[6] Beda il Venerabile, monaco inglese nato verso il 672-673. Muore nel 735.
[7] Mère Marie-Véronique Andral, «Mère Mectilde du Saint-Sacrement» in Catherine de Bar, Une âme offerte à Dieu en saint Benoît, Téqui, Paris, 1998, p. 127.
[8] Cf. Daniel-Odon Hurel, «Mère Mectilde et les mauristes» dans Catherine de Bar, Une âme offerte à Dieu en saint Benoît, pp. 97-122.
[9] Joseph Daoust, Catherine de Bar, Mère Mectilde du Saint-Sacrement, Téqui, 1979. Mère Marie-Véronique Andral, «Mère Mectilde du Saint-Sacrement» in Catherine de Bar, Une âme offerte à Dieu en saint Benoît, p. 123-145. Cf. Cronologia in Catherine de Bar, Adorer et adhérer, éd. du Cerf, Paris, 1994, pp. 14-26.
[10] Cf. Costituzioni sulla Regola del Santo Padre Benedetto per le Monache dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento, Alatri 1982, p. XVII; cf. anche conferenza sulla Festa del Santissimo Sacramento, n. 188 in Catherine Mectilde de Bar, L’anno liturgico, ed. Glossa, Milano 1997, p. 276 (da qui in poi abbreviato con AL/1).
[11] Cf. Capitolo sull’obbedienza n. 2138 (CC 212/2).
[12] Conferenza della festa dell’Assunzione della Santissima Madre di Dio, n. 2586 (147/1) in AL/1 p. 384.
[13] Espressioni di Giubilo alla Santissima Madre di Dio per la sua purissima Immacolata Concezione, 1682, n. 2803 (9/1) in Catherine Mectilde de Bar, Anno liturgico e santità, ed. Glossa, Milano 2005 p. 171 (da qui in poi abbreviato con AL/2).
[14] Conferenza sull’attesa del parto della Santissima Vergine, 17 dicembre 1694, n. 2381 (16/1) in AL/2, p. 255.
[15] Conferenza sulla festa dello sposalizio della Santissima Vergine, 22 ottobre 1694, n. 945 in AL/2 p. 263.
[16] Conferenza n. 945 in AL/2 p. 262.
[17] Omelia sul Natale, PG 31 (1457-1476) in Basilio di Cesarea, Testi Cristologici, [a cura di Giorgio Mozzanti] Borla 1991, pp. 165-166.
[18] Atto per il giorno dell’Incarnazione, n. 1545.
[19] Sermone 22 di Papa Leone Magno. Bréviaire monastique de 1664, Partie Hiver, au 25 mars, 7ème leçon des Vigiles. Citato secondo la traduzione del Lectionnaire bénédictin pour l’Office, Partie Hiver, Abbaye Sainte-Gertrude, Louvain, 1967, p. 11*, (Sources Chrétiennes n° 22 bis, p. 79) [it: Lettera 18 di Papa Leone Magno in L’Ora del Ascolto, Lezionario biblico-patristico, I, p. 1285].
[20] Lettera di Papa Leone Magno all’Imperatrice Pulcheria, cap. 31, 2. Bréviaire monastique de 1664, Partie Été, Letture dell’Ufficio della Santa Vergine il sabato al mese di settembre, 3a lezione delle Vigilie. Citazione secondo la traduzione del Lectionnaire bénédictin pour l’Office, Partie Été, Abbaye Sainte-Gertrude, Louvain, 1967, p. 20*.
[21] Conferenza per la domenica nell’ottava dell’Assunzione, n. 310 (146/2) in AL/2 p. 208.
[22] Conferenza per il giorno dell’Annunciazione, n. 2014 (60/1-2) in AL/2 pp. 145-148.
[23]Œuvres de Saint Bernard, Sermon «l’Aqueduc» n° 7, tome 4, Bar-le-Duc, Louis Guérin imprimeur-éditeur, 1870. p. 66. Si veda anche: Saint Bernard de Clairvaux, Ecrits sur la Vierge Marie, Médiaspaul, Paris, 1995, p. 108.
[24] Œuvres de Saint Bernard, Sermon «l’Aqueduc» n° 12, tome 4, p. 68. Saint Bernard de Clairvaux, Ecrits sur la Vierge Marie, Médiaspaul, p. 115.
[25] Nel giorno della festa dell’attesa del parto della Santa Vergine, 1671, n. 2573 (15/1) in AL/1 p. 60.
[26] N. 2573 (15/1) in AL/1 p. 59.
[27] Il libro della grazia speciale, Rivelazioni di Santa Metilde, Varese, 1938.
[28] Testo senza titolo, n. 1885 in AL/2 p. 243.
[29] Il libro della grazia speciale, Parte prima, o. c., cap. 45, pp. 196-199.
[30] Il libro della grazia speciale, Parte prima, o. c., capp. 36-46.
[31] Il libro della grazia speciale, cap. 46, o. c., pp. 202-203.
[32] Cf. L’Araldo del divino amore, libro 2, cap. 16, San Paolo Milano 2008, introduzione, traduzione e note di Lucio Coco, pp. 67ss.
[33] L’Araldo del divino amore, libro 2, cap. 7, o. c., p. 51.
[34] Conferenza per l’attesa del parto della Santissima Madre di Dio, n. 1923 (13/1).
[35] Conferenza per la festa dell’attesa del parto della Vergine dell’anno 1663, n. 2721 (14/1) in AL/1 p. 56.
[36] Sul Cuore santissimo della Vergine Maria, 7 febbraio 1695, n. 1200 (51/4) AL1/ p. 382.
[37] Per il santo tempo di Avvento, n. 1431 (2/2) in AL/1, p. 46.
[38] L’Araldo del divino amore, libro 2, cap. 16, o. c., pp. 69-70.
[39] Ibid, p. 70.
[40] Conferenza per onorare l’Immacolata Concezione della Santissima Vergine, n. 2490 (8/1) in AL/2 pp. 157-158. Abbiamo usato il corsivo per il testo che si avvicina a quello di Bernardino da Siena.
[41] Sermone 52, cap. 3, De salutatione angelica, citato e tradotto da Abbé Barbier, La Sainte Vierge d’après les Pères, Volume 3, Libraire-éditeur, Paris, 1867, p. 179.
[42] Conferenza del 7 settembre 1662, n. 1976 (149/1) in AL/2 p. 253.
[43] Conferenza n. 2586 (144/2) in AL/1 p. 385.
[44] N. 2803 (9/1) AL/2 p. 172.
[45] Sermone 9 sulla visitazione di Nostra Signora, utilizzato l’ 8 febbraio alle Vigilie della Festa del Sacro Cuore di Maria, nel Propre des fêtes et offices de la Congrégation des religieuses Bénédictines de l’Adoration perpétuelle du très Saint-Sacrement, 1671, p. 115. Citiamo questo testo secondo nella traduzione utilizzata per la liturgia.
[46] Ordine a cui apparteneva Bernardino da Siena.
[47] E’ il nome dato alla Superiora nei monasteri dell’Annunziata. Cf. Joël Letellier o.s.b. Aderire a Dio, Catherine Mectilde de Bar, traduzione sr. Elena Fiori, Glossa 2006.
[48] Règle des moniales de l’Ordre de la Bienheureuse Vierge Marie, ch. 5, 40, Thiais, 1934, p. 25-31. Cf. anche la trascrizione in francese antico del XVI secolo, stampata verso il 1529-1530 e ristampata nel 1997: S’ensuit la règle des seurs Religieuses et filles de la vierge Marie, Sint-Truiden, Instrumenta Franciscana n° XXVI, Instituut voor Franciscaanse Geschiedenis, 1997, pp. 10-13.
[49] Capitolo della vigilia della Natività della Santa Madre di Dio, n. 2374 (148/1).
[50] Conferenza sull’Immacolata Concezione della Santissima Vergine, n. 175 (10/5) in AL/1, p. 374.
[51] Conferenza per la festa del Sacro Cuore di Maria, n. 1907 (52) in AL/2, p. 260.
[52] Règle des moniales de l’Ordre de la Bienheureuse Vierge Marie, Prologue, Thiais, 1934, p. 5. Questo testo si trova a pagina 2 nella trascrizione.
[53] Ibid. p. 5.
[54] Conferenza n. 2014 (60/1) in AL/2 p. 145.
[55] Pierre de Bérulle, Œuvres complètes, Conférences et fragments, tome 1, Cerf, Paris, 1995, p. 197.
[56] Conferenza n. 175 (10/6) in AL/1 p. 375.
[57] Conferenza n. 2586 (144/1) in AL/1 p. 384-385.
[58] Nel giorno della Presentazione della SS. Vergine, 1696, in Madre Mechtilde del Santissimo Sacramento, Alatri, 1987, p. 72.
[59] Pierre de Bérulle, Œuvres complètes, tome 1, p. 281.
[60] E’ l’età che le assegna François Suarez. Cf. Pierre de Bérulle, Œuvres complètes, tome 1, p. 282 n. 2.
[61] Conferenza della vigilia della Presentazione della Santa Vergine al Tempio, 20 novembre 1663, n. 1050 (187/1) in AL/2 p. 222.
[62] Pierre de Bérulle, Œuvres complètes, tome 1, p. 282.
[63] Pierre de Bérulle, Œuvres complètes, tome 1, p. 283.
[64] Conferenza della Vigilia dell’Assunzione della Santa Vergine, anno 1663, n. 1067 (141/1) in AL/2 p. 198.
[65] Capitolo per l’Assunzione della Santa Vergine, 14 agosto, n. 2170 (142/1) in AL/2 p. 186.
[66] Pierre de Bérulle, Œuvres complètes, tome 1, p. 134.
[67] La Journée Religieuse des Filles du Très-Saint-Sacrement, Arras, 1833.
[68] Si tratta in questo caso di un obbligo d’amore.
[69] La Journée Religieuse, pp. 23-24.
[70] Pierre de Bérulle, Œuvres complètes, tome 1, p. 135.