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Deus absconditus, anno 101, n. 2, Aprile-Giugno 2010, pp. 44-48

 

 

 

Sr. Marie-Cécile Minin osb ap

 

La Vergine Maria, unica Abbadessa

e Superiora perpetua

dei monasteri mectildiani

« Adottando la SS. Vergine ad Abbadessa del suo Istituto, Madre Mectilde del SS. Sacramento si conformava così ad una delle più belle tradizioni mariane dell’Ordine monastico [1] ».

Quando era novizia al monastero delle Annunziate di Bruyères, in Lorena, suor san Giovanni Evangelista [2] aveva scelto Maria come Maestra delle novizie e Superiora, in un momento difficile in cui la comunità non disponeva più né dell’una né dell’altra.

Madre Mectilde ebbe sempre grande fiducia nella Vergine Maria :

« Sì, la Santissima Madre di Dio è la vostra madre... Ella provvederà a tutto... Donatevi soltanto interamente a Lei, dedicandole tutte nuovamente i vostri cuori, e che sia con gioia, con fiducia, e con la certezza che ella è la vostra madre e che l’Istituto è tra le sue mani benedette »[3].

Nelle sue lettere o conferenze, madre Mectilde si soffermava sulla persona della Vergine Abbadessa. Come in questa conferenza per la domenica dell’ottava dell’Assunzione:

«E’ in questa qualità di Madre che la onoriamo oggi e che, come sue figlie, le rendiamo i nostri omaggi e i segni della nostra dipendenza, rinnovando a lei i nostri voti e tutti gli obblighi che abbiamo di appartenere a lei come a nostra preziosissima Madre e Superiora perpetua dell’Istituto nel quale abbiamo professato» [4].

All’epoca in cui istituì la Congregazione delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, madre Mectilde non ebbe altro desiderio che quello di vedere Maria scelta come abbadessa e superiora perpetua di ognuno dei monasteri del suo Istituto.

Una scelta devozionale

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non è con lo scopo di evitare il regime della commende che Madre Mectilde fece questa scelta, ma per devozione e in spirito di umiltà, persuasa che solo la Vergine Maria poteva governare al meglio l’Istituto nascente.

Il 28 maggio 1654, madre Mectilde scriveva a madre Dorothée Heurelle:

“Non trovo più in me la capacità di rallegrarmi di cosa alcuna. Eccezion fatta per una, che mi ha dato grande soddisfazione : avendo commissionato una Vergine molto più alta di me, con il bambino nel braccio destro e il pastorale tenuto con il sinistro, come la generalissima dell’Ordine di san Benedetto e degnissima Abbadessa, Madre e Superiora di questa piccola casa del SS. Sacramento, questa mi è stata consegnata sabato, vigilia di Pentecoste. Le confesso che il suo arrivo mi ha fatto fremere di gioia e di consolazione, alla vista della mia santa Maestra prendere possesso della sua proprietà e di tutto questo piccolo monastero. Non è ancora perfetta perché deve essere dorata e resa perfettamente bella, ma dopo che sarà ultimata nella sua perfezione, la fremo benedire ed elevare poi su un trono preparato a questo scopo in mezzo al coro, tra lo stallo della Madre Vice Priora e il mio. La ammiriamo, è davvero bella e mi consola molto»[5].

E’ interessante rilevare quello che Duquesne ha riportato nella biografia pubblicata nel 1775 :

«Si fece fare una statua della Santissima Vergine che teneva il divin Figlio sul braccio sinistro e un pastorale nella destra»[6].

Allora, il bambino Gesù era stato posto sul braccio destro o sul sinistro ? Solo la statua della Vergine Abbadessa di rue Cassette potrebbe testimoniare, se non fosse sparita durante la rivoluzione francese [7].

All’inizio di agosto del 1654, madre Mectilde scriveva a dom Roussel per chiedere il permesso di far benedire in uno di quei giorni una statua della Madre di Dio. Il 14 agosto madre Mectilde fece pervenire al Priore l’atto stabilito per dedicare alla Vergine Maria sia il monastero che le monache, precisando il suo desiderio che la benedizione avesse luogo il giorno successivo, 15 agosto.

Il 22 agosto 1654, Madre Mectilde proclamò Maria sola abbadessa e superiora perpetua dell’Istituto. Delegato dal Priore di  Saint-Germain [8], il signor Picoté benedisse la statua della Vergine. Il giorno seguente, 23 agosto, la Madre collocò l’immagine della Madonna in tutti i luoghi regolari, affinché presiedesse in qualche modo a tutte le pratiche. Le feste della Vergine venivano celebrate con splendore, mentre venivano fissate delle preghiere a gloria del suo Sacro Cuore e della sua immacolata concezione.

Con questo atto, la Vergine «veniva per sempre scelta, chiamata e riconosciuta come degnissima ed eminentissima Madre Abbadessa e superiora, a capo di questa piccola casa del SS. Sacramento»[9].

L’atto di elezione sarebbe stato rinnovato ogni anno, il 15 o il 22 agosto, non per obbligo ma solo per devozione, senza essere obbligate sotto pena di peccato in caso di omissione.

Un cerimoniale a servizio dei più poveri

In refettorio, al mattino e alla sera, le era offerta la prima porzione di cibo, donata poi ai poveri. Madre Mectilde era molto esigente a questo riguardo. Stabilì un piccolo cerimoniale a questo scopo. In una lettera del 28 febbraio 1678, fornisce alla giovane comunità di Rouen   precise direttive per servire la Santa Vergine Maria, a mezzogiorno e  alla sera, in refettorio:

« Mettere un tavolino al posto di Madame de Blémur per porre il piatto della Madre di Dio, che sarà servito nel modo migliore possibile : una libbra di pane, una minestra e tre vivande e dessert che saranno adeguati; servendo, non si dovrà pensare che è per i poveri, perché in questo caso la servireste troppo ordinariamente. Bisogna invece che lo serviate come a una insigne abbadessa, la prima e sempre la migliore, come se l’aveste davanti agli occhi: è il modo per renderle gradita la vostra carità. Vi raccomando questo punto; per la cena due portate, il dessert, un’insalata».[10]

Uno dei poveri ricevuto in questo modo alla mensa della Madonna fu Grignon de Montfort che nel 1702, in una situazione di grande precarietà fu soccorso dalla comunità di rue Cassette.

Durante la fondazione del monastero di Varsavia, in un momento di grande povertà materiale, a una Priora che chiedeva se si potesse dare le portate destinate alla Vergine alla postulante,madre Mectilde rispose:

« Fatico a consentire che si dia il piatto della santissima Madre di Dio a una postulante. Temo che, col passare del tempo, lo si dimenticherebbe del tutto. […] se la necessità vi costringe fatelo, ma solo temporaneamente ».[11]

Un’eredità della tradizione monastica

La pratica dello scegliere Maria come abbadessa risale al XI secolo. Ugo, abate di Cluny, fondò nel 1056 un monastero di monache. Vi istituì Maria come abbadessa.

«In coro il suo posto era segnalato da un pastorale in rame e vi presiedeva dalla sua effige, in cui appariva rivestita dall’abito e dal velo delle Benedettine. Veniva servita ogni giorno in refettorio, e la sua porzione, dopo ogni pasto, era data ai poveri. Il titolo conferitole era quello di Nostra Signora Abbadessa »[12].

Questa pratica di scegliere la Vergine Maria come Superiora del monastero esisteva anche nell’Ordine del Carmelo. Allorché fu nominata priora del monastero dell’Incarnazione, Teresa d’Avila, istituì la Vergine Maria come priora del suo monastero:

«fu allora che si assentò del coro per qualche minuto. Ritorno portando una statua della Madonna molta bella, alta e magnificamente vestita di seta ricamata e ricamata di nuovo, che mise al suo posto nello stallo priorale. Le donò le chiavi e si sedette ai suoi piedi. La vostra priora, signore, eccola qui: è Nostra Signora della Clemenza … »[13] .

Al Carmelo di Beaune, Madre Élisabeth de Quatrebarbes, allora Priora, stabilì con atto del 25 marzo 1646, la Vergine Maria sola Priora del monastero di Beaune [14].

All’epoca di Madre Mectilde, era ancora d’uso, in alcuni monasteri, il vedere l’immagine della Vergine Maria posta sul seggio abbaziale. Fu, in particolare il caso nella abbazia di Montmartre governata all’epoca da Marie de Beauvillier, dove madre Mectilde fu toccata nel vedere la devozione dell’abbadessa e della sua comunità verso la Vergine Maria, che era stata scelta per essere la protettrice dell’Abbazia e la cui immagine si trovava in mezzo al coro, sul seggio abbaziale, tenendo in una mano un pastorale al fine di ricevere l’onore che si rende alla superiora e di essere considerata come la sovrana di tutte le religiose [15] .

 

La prima elezione della Vergine Maria come abbadessa e Superiora perpetua dei monasteri dell’Istituto delle Benedettine del Santissimo Sacramento avvenne dunque il 22 agosto 1654 a Parigi. Secondo il desiderio di Madre Mectilde questa elezione si rinnova ogni anno nei monasteri della Confederazione delle Benedettine del Santissimo Sacramento.

Madre Mectilde del Santissimo Sacramento si inscrive dunque in una forte tradizione religiosa, che perdura fino ai giorni nostri.



[1] Dom Jean Leclercq, « La Madonna abbadessa » in Deus absconditus, anno 76, n. 3, Luglio-Settembre 1985, p. 18.

[2] Primo nome religioso di madre Mectilde quando era fra le Annunziate.

[3] Mère Mectilde du Saint-Sacrement, Entretiens Familiers - 20 février 1694, Bayeux, 1985.

[4] N° 310 Conférence pour le dimanche dans l’octave de l’Assomption (CC 146/1).

[5] Catherine de Bar, Lettres inédites, Rouen, 1976, p. 162.

[6] Cf. Duquesne, Vie de Mère Mectilde, éd. Nancy, 1775, p. 254 in Catherine de Bar, Documents Historiques, Rouen, 1973, p. 99,  nota 16.

[7] In ogni caso, nella maggior parte dei nostri monasteri, la Vergine Abbadessa porta il bambino Gesù sul braccio sinistro. Tuttavia, in alcuni monasteri come quello di Rouen, di Tourcoing, di Rosheim o di Arnhem, la Vergine Abbadessa tiene il bambino sul braccio destro.

[8] Si tratta di dom Placido Roussel. Cf. Daniel-Odon Hurel, « Mère Mectilde et les mauristes » in  Catherine de Bar, Une âme offerte à Dieu en saint Benoît, Téqui, 1998, p. 103.

[9]Catherine de Bar, Documents Historiques, o. c., pp. 297-298.

[10] Catherine de Bar, Fondation de Rouen, Bénédictines du Saint-Sacrement, Rouen, 1977, p. 152. Madre Mectilde darà lo stesso parere alla giovane fondazione polacca : « Mettere in refettorio un piccolo tavolo per posare il piatto della Madre di Dio, che sarà servito nel modo migliore : una libbra di pane, una minestra e tre vivande e dessert che saranno adeguati; servendo, non si dovrà pensare che è per i poveri, perché in questo caso la servireste troppo ordinariamente. Bisogna invece che lo serviate come a una insigne abbadessa, la prima e sempre la migliore, come se l’aveste davanti agli occhi: è il modo per renderle gradita la vostra carità. Vi raccomando questo punto; per la cena due portate, il dessert, un’insalata». Cf. Catherine de Bar, En Pologne avec les Bénédictines de France, Téqui, 1984, p. 192 nota 80.

[11] Id. p. 192 note 80.

[12]  Dom Jean Leclercq, « La Madonna abbadessa » in Deus absconditus, anno 76, n. 3, Luglio-Settembre 1985, p. 18.

[13] Marcelle Auclair, La Vie de Sainte Thérèse d’Avila , éd. du Seuil, Paris, 1950, p. 254.

[14] Gaston Jean-Baptiste de Renty, Correspondance, Bibliothèque Européenne, Desclée de Brouwer, 1978, texte établi et annoté par Raymond Triboulet, p. 902.

[15] Chanoine G. A. Simon, « Mechtilde du Saint-Sacrement et son temps  (1614-1698) » dans Priez sans cesse, Paris 1953, p. 25.