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Deus absconditus, anno 102, n. 1,  Gennaio-Marzo 2011, pp. 37-40

 

Sr. Maria Cecilia La Mela osb ap *

Madre Mectilde de Bar in… carcere!

Con gioia e commozione, e soprattutto con gratitudine al Signore, vogliamo condividere con i lettori del Deus absconditus una fetta del cammino di fede di un nostro amico epistolare. Si tratta di un ergastolano (già in carcere da 23 anni) che, da più di un anno ormai, è diventato un carissimo fratello, uno di famiglia! Sarebbe davvero lungo narrare – tra l’altro non ne siamo capaci tanto è meraviglioso questo cammino di redenzione! – il fiorire della Grazia nella vita di quest’uomo che ha desiderato ardentemente cercare il Signore e adesso lo ha trovato, consapevole che Lui lo ha cercato per primo lasciandosi afferrare...

Il modo con cui la divina Provvidenza ha fatto incrociare le nostre vite (un articolo-intervista sulla nostra vita monastica apparso sul quotidiano La Sicilia) e i progressi spirituali alimentati dall’amore e dal calore di una famiglia (così lui considera la comunità) sono una bella storia che, chissà, un giorno qualcuno racconterà. Qui vogliamo soltanto dare voce ai sentimenti di ammirazione che il nostro "uomo nuovo" prova per la nostra madre Fondatrice, poiché gli abbiamo spedito alcuni testi che lui continuamente legge con la luce sempre nuova del suo intimo e profondo colloquio con "l’amico Gesù". E anche quando non scrive di lei espressamente, si avverte in pieno come egli abbia colto il cuore del carisma di adorazione e riparazione. Lasciamolo parlare attraverso stralci delle sue lettere che combiniamo tra loro senza ordine cronologico:

«Secondo il mio pensiero madre Mectilde è stata una grande donna dal lato umano e una grande santa in quello spirituale. Mi piacerebbe che ella mi venisse in sogno…

Ecco cosa mi suggerisce di scrivere la mia "fantasia positiva" riguardo alla cara e grande madre Mectilde:

ODIO = distruzione e dissolvimento dell’amore umano;

ODIO = edificazione e unico amore umano;

ODIO = orgoglio che riempie impropriamente e negativamente l’anima;

ODIO = zero che rappresenta un nulla, ma può diventare sostanza cercando l’UNO. Quindi un "nulla" che diventa il Tutto. Perciò la dolce Mectilde avrebbe avuto la forza di staccarsi dal mondo degli uomini per diventare quel "nulla", cioè lo "zero" in cui avrebbe trovato posto l’Uno diventando il Tutto in lei.

Sicuramente la sofferenza di Gesù in terra è stata un investimento, visto che voi la ripagate con tanta devozione d’amore. Voi "vendicate" il suo calvario con l’amore vincolato per tutta la vita e oltre. Riguardo alla mia definizione "vendetta di amore", l’ho esternata dal mio intimo. Noi esseri umani intendiamo per vendetta un’azione portata al male per fare altro male, mentre voi Spose di Cristo vendicate le sue sofferenze e la sua morte con l’amore verso tutti.

In questo momento sono le ore 4,10 e sto pensando che c’è una mia sorella in preghiera davanti al tabernacolo. E non so perché ciò mi dà un senso di gioia che forse è l’essenza della sicurezza dell’animo umano. Voi amate il Sofferente tra i sofferenti. Anch’io da qualche tempo mi sono imposto una missione: dedico ogni mattina un minuto di silenzio a tutti coloro che hanno versato il loro sangue durante la guerra al nazifascismo, ma al contempo il mio pensiero va a tutti quelli che hanno perso la vita per colpa di quegli uomini che hanno giocato e giocano a farsi la guerra. Ho rintracciato il libro con le lettere scritte dai condannati a morte durante la Resistenza e ogni sera ne leggo una al nostro Amico Gesù. Ve n’è una di un sacerdote che si chiama Aldo Mei, fucilato il 4 agosto 1944 (aveva 32 anni) da un plotone tedesco perché nascose nella propria abitazione un giovane ebreo. Mi ha colpito questa frase: «Ho fatto troppo poco in vita per queste pecorelle più sbandate. Ora in morte assicuro che anzitutto per esse e per la loro salvezza offro la mia povera vita». Lui è morto due volte: la prima fucilato dagli uomini, la seconda per dare la sua vita in rappresentanza di tutti i perseguitati.

Riguardo al mio passato non mi vergognerei assolutamente di confessare al mondo i miei peccati. Ed è proprio questo che mi dà forza e serenità: aver fatto autocritica dei miei crimini ed essermi liberato da ciò che era un male. E questo, oggi, mi rende una persona serena e non ricattabile, nel senso che non ci sarà più niente e nessuno che distruggerà ciò che ho conquistato: la luce che sta dentro di me e di cui mi nutro.

Leggendo il Vangelo e le Lettere di san Paolo sto cercando di "salire" una montagna per vedere se attorno a me c’era quel "cerchio" che io non vedevo… Piangendo esclamo: «Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi» (Sl 40,3).

Venerdì scorso, attorno alle ore 23,00 circa, dopo aver letto la Bibbia, ho pensato a Gesù e sono scoppiato a piangere. In quel momento ho chiesto a Gesù di non preoccuparsi assolutamente di me, e se poteva doveva aiutare Laura Salafia [la studentessa di Sortino ferita per sbaglio nella nostra città il 2 luglio 2010 in un agguato a Piazza Dante, proprio vicino il nostro monastero] a riprendere la sua vita normale. Io non so perché questa ragazza è entrata nel mio cuore. Forse perché quando io ero ragazzo ho tolto la vita ad altri uomini a causa della subcultura in cui vivevo, e questo mi porta a sperare, in qualche modo, a riscattarmi se Gesù guarisce Laura. E a quel punto io sarò sicuro che Gesù mi ha perdonato, e quindi avrà dato un posto speciale alle anime che io ho spento a causa della stupida e insensata malavita e di quella parte marcia che ogni uomo ha dentro e che si chiama cattiveria, rancore e delirio di onnipotenza.

Fortunatamente penso e spero che quello che ero un tempo è morto da anni e anni e spero che Gesù lo abbia accolto con grande severità e castigo per poi perdonarlo nella sua misericordia e illuminare il nuovo uomo che è quello che vi vuole bene alla pazzia, quella "pazzia" che piace a Gesù.

E dire che sino a poco tempo fa mi dichiaravo ateo, e adesso chiedo mattina e sera e notte a Gesù di farmi arrivare alla "vetta"…

Cercherò di annullarmi come la grande mamma Mectilde e riempire questa nullità di Gesù, affinché mi illumini su cosa fare della mia vita. Io sto cercando Gesù… la sera mi immagino mentre gli curo le ferite, oppure piangiamo insieme per chi soffre, o alcune volte mi immagino che io e Lui facciamo una passeggiata al lungomare e parliamo di tante cose. Ma la più bella fantasia è nei sogni dove io sono il nulla ed essi riempiono questo vuoto.

Gesù mi sta riempiendo della sua grazia e mi sento un verme nei suoi confronti perché ho resistito al suo Amore. Ma credo che tante cose sono state messe assieme affinché io amassi Lui!

Da quando Gesù mi ha voluto come suo servo mi ha fatto vivere delle forti emozioni. Tutto ciò che amavo prima che Gesù mi cercasse l’ho affidato a Lui svuotandomi in modo che mi riempia del Suo amore: Egli è veramente l’unica vita, l’unica sorgente di vita! Ed io nella mia esperienza sento tanto vero ciò che Dio proclama nel libro Isaia: «Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me» (Is 65,1).

Sento tanto dolore per la "via crucis" di Gesù. E ciò che mi fa piangere non è solo la sua crocifissione ma che è stato sputato in faccia come se non era degno di stare in questo mondo mentre Lui era ed è il Degno tra i degni. In realtà Lui è venuto per salvare un mondo dove gli uomini hanno la possibilità, per mezzo di Lui, non solo di essere graziati dai loro peccati, ma di essere fatti degni per il Regno di Dio. E mentre prego ai piedi della croce sento che Maria prega accanto a me. Ora ho capito che ogni volta che si prega, la Madonna prega insieme a noi: «…e da quel momento il discepolo la prese in casa sua» (Gv 19,27).

Il mio cuore quando ha sentito l’amore per Gesù, o meglio l’amore che Gesù gli ha dato, ha detto: "Ti amo!"….

Lui ci ha amati a prima vista. Sta a noi, invece, rendere duraturo il Suo amore su di noi come ha fatto madre Mectilde de Bar. E come ha fatto? Parlando di Lui, scrivendo di Lui, pensando a Lui, ridendo con Lui, dispiacendosi con Lui, cercando Lui e rendendo degno di Lui uno dei doni più importanti che ha dato a noi esseri umani: il libero arbitrio.

Volevo dirvi che quando sono in comunione orante con voi in Gesù, declamo il Magnificat di Maria. Ovviamente la mia vicinanza spirituale è quasi continua visto che tutto il giorno vi penso e nel muro vicino al mio letto ho attaccato la foto del ritratto di madre Mectilde de Bar. Perché lei non è dichiarata santa? Tutti, o così credo, i fondatori di un ordine sono stati fatti santi. Madre Mectilde ha fondato la responsabilità di farsi carico, con sofferenze e preghiere, di scusarsi con Dio ogni giorno e di perdonare tutti quelli che per tanti fatti negativi non tengono conto dell’importanza della Santa Sofferenza di Gesù che è l’Eucaristia. Credo che madre Mectilde sia nel tutt’Uno e spiritualmente ha il ruolo di proteggere la Sacra Sofferenza. Per me è Santa perché ha fondato l’ordine del SS. Sacramento in un momento storico particolare e pericoloso, ed esso dura tuttora. Questo è un segno!

Grazie, Amico Gesù, per avermi permesso di amarTi, di avermi messo sulla Via, di aver costituito nel Tuo libro, in un’unica pagina, l’amore eterno per me e le mie sorelle del San Benedetto di Catania.

Ti prego, mio Signore, di rafforzare in me ciò che mi hai donato con la Tua luce e cioè l’amore per Te al di sopra di ogni altra cosa, e l’amore per il prossimo come me stesso.

Ti prego pure, mio Dio, affinché sia fatta la Tua volontà, e che io e le mie sorelle benedettine facciamo parte di questa Tua volontà affinché si compia il Tuo disegno divino che consiste nel diventare degni per servire il Degno, Misericordioso, Giusto e pieno di Spirito Santo che è il Tutto in tutto. Amen».