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Deus absconditus,  anno 90,  n. 3,  Luglio-Settembre 1999, pp. 52-54

 

Lettera di testimonianza

Chi ha paura di madre Mectilde?

Capita talvolta di sentir dire che la durezza del linguaggio di madre Mectilde può «spaventare» o almeno frenare i giovani – e soprattutto le giovani — che si accostano ai suoi scritti. Riportiamo di seguito, senza commenti, la lettera di una diciottenne nella quale riferisce le sue impressioni dopo la lettura de «Il Vero Spirito», a cui era stata invitata da una monaca.

Si tratta di una ragazza normalissima, simile a molte altre sue coetanee. Dopo aver letto la sua lettera, nella quale non nasconde le difficoltà dell’impatto, ci chiediamo: ma è proprio vero che madre Mectilde fa paura ? Non è che – forse – siamo noi ad averne un po’ paura?

 

10 maggio 1999

Cara sr. A.,

come promesso, eccomi per parlarle del mio cammino con madre Mectilde!

La sua spiritualità mi ha talmente colpita e conquistata che ho voluto lasciare passare un po’ di tempo prima di «tirare le conclusioni».

Leggendo e rileggendo «Il vero spirito», la mia gioia (quella di una grande scoperta), ma anche il mio stupore non hanno fatto che aumentare... è in questo stato d’animo che le scrivo, ed ho nel cuore tante idee, tante impressioni che, prima di stendere la lettera, non ho potuto che ripensare ad una preghiera imparata durante il ritiro spirituale di quest’estate: «O Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio, ispirami sempre ciò che devo pensare, ciò che devo dire, come devo dirlo...»

Leggere lo scritto di Madre Mectilde, è stata ed è per me un’esperienza fondamentale, che ha grandemente contribuito alla mia maturazione spirituale: ora sento gioia e pace interiore, ma per guadagnarle ho dovuto «lottare» a lungo: sono sicura che questa «lotta» durerà ancora per molto tempo...

Tornata da Ghiffa dopo il Triduo Pasquale, ho subito iniziato a leggere «Il vero spirito», pensando tra me e me di finire in pochi giorni e di sentirmi subito appagata da una spiritualità che avevo già incominciato ad apprezzare meditando «Il sapore di Dio».

Arrivo al capitolo secondo, nel quale si illustrano «le disposizioni che devono avere le Figlie del Santissimo Sacramento quando entrano in monastero», e mi sento un po’ come una postulante, ansiosa di entrare a far parte di una nuova vita e certa di arrivare presto, prestissimo alla meta...

Ma ecco l’imprevisto, l’ostacolo che blocca il mio slancio e che fa crollare le mie certezze, richiamandomi bruscamente a quell’umiltà che tanto spesso è ricordata da Madre Mectilde: non solo non comprendo il suo messaggio, ma a tratti il testo mi appare inutile, così lontano dal mio mondo, dalla mia vita!

Torno freneticamente alla prima pagina, riparto da zero sperando di trovare fra le righe un’illuminazione, un incoraggiamento.

Madre Mectilde continua a tacere, ma intanto mi trasmette quella «mansuetudine» e quella «docilità» di spirito che sono fondamentali per la comprensione del suo pensiero.

Un po’ sconsolata continuo a leggere e meditare, affascinata dal testo proprio perché così ostico, difficile; avverto un improvviso desiderio di comprendere, di condividere... e per poterlo fare mi affido totalmente a Madre Mectilde, la mia unica maestra. Inizio a percepire la sua voce, così forte, ma anche così dolce; ascolto il suo messaggio e, senza che quasi me ne accorga, individuo l’una dopo l’altra quelle barriere che impediscono di apprezzare e di cogliere appieno «Il vero spirito». L’orgoglio... l’eccessiva sicurezza di sé... l’impazienza...

Madre Mectilde, che con le sue Figlie fa voto di una continua «conversio morum», mi addita quei peccati che ho sempre sottovalutato e che, per il loro essere così connaturati alla mia natura, ho sempre combattuto con riluttanza e con successo davvero scarso.

La Madre, che mi ha «attristata» con il suo rimprovero, mi consola ora con quella sua stessa parola che avevo prima avvertito come estranea e lontana...

«Siate povere in spirito, spogliatevi delle creature e di voi stesse... » (che io interpreto, nella mia ignoranza come un «siate umili e docili alla Parola, non anteponendo nulla all’Amore di Dio»).

Questo punto è stato per me fondamentale: infatti, permette di collegare la mia persona e la mia esperienza di vita tanto alla spiritualità mectildiana quanto all’insegnamento evangelico di Gesù, che con parole simili ammonisce: «Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei cieli».

Eccomi ad una nuova, grande scoperta: Gesù non solo si ricorda di me (istruendomi con la sua Parola) ma, attraverso Madre Mectilde, mi chiede di ricordarmi di Lui, che nascosto nell’Eucaristia continuamente, si immola in uno «Sacrificio perfetto e gradito» ma che, così annientato, è anche oggetto di ogni sorta di profanazione.

Le pagine in cui si descrivono le violenze subite da Gesù nell’Eucaristia ed il Suo dolore infinitamente più grande di quello di «un giustiziato tirato da cavalli che lo stiracchiano dai quattro lati»a causa del peccato che strappa da Lui i suoi eletti come membra da un corpo, mi hanno sbalordita ed impaurita!

Più di una volta ho chiuso il libro proponendomi di non aprirlo più per lungo tempo, tentando invano di allontanare le immagini che affollavano la mia mente...; tuttavia, la provocazione era troppo grande per non essere raccolta e dimenticata.

Madre Mectilde mi ha «suggerito« di continuare la lettura, mi ha sostenuta passo dopo passo...

Gesù è triste, angosciato (Tristis est anima mea usque ad mortem... circumdederunt me dolores mortis... mi circondavano flutti di morte... già mi avvolgevano i lacci degli inferi), ma il Suo dolore non è assoluto: Gesù è Amore, un Amore che incessantemente si manifesta e si trasmette a noi nell’Eucaristia.

Gesù ama di un amore infinito e tenerissimo l’uomo, nonostante i suoi continui tradimenti. Gesù ama il sacrificio: per questo, non solo si sacrifica, ma permette allo stesso credente di sacrificarsi – quale vittima – con Lui e per Lui.

Attualmente non comprendo affatto cosa significhi adorare, riparare, essere vittima, anche se comincio ad intuire la bellezza...

Soprattutto questo mi ha colpita: la gratuità di un Amore che non solo si dona a noi gratuitamente, ma che ci permette, che ci chiama a donarci gratuitamente a Lui !

Madre Mectilde – con mia grande sorpresa – ha iniziato a parlarmi, ad istruirmi.. .sono certa che mi guiderà ancora per molto, per moltissimo tempo!

Grazie, suor A., per avermela fatta scoprire.

Un caro ricordo nella preghiera,

L. M. Z.